La Nuova Sardegna

Olbia


La Maddalena, ospedale in lenta agonia: 46 giorni senza anestesisti

La Maddalena, ospedale in lenta agonia: 46 giorni senza anestesisti

Mancano anche tre dottori in Medicina generale e il rianimatore. La consigliera Rosanna Giudice: "La politica alzi la voce, non possiamo affidarci alla fortuna"

16 gennaio 2021
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LA MADDALENA. Radiografia di un disastro annunciato, contestato e accettato con rassegnazione. Le condizioni di salute dell’ospedale Paolo Merlo sono da ammalato grave. Per la struttura sanitaria isolana una lenta agonia di cui ogni parte politica “vanta” un pezzo di responsabilità.

Declassato a tema di competenza regionale in campagna elettorale, il Paolo Merlo vive in un limbo che a tratti diventa inferno. Da 46 giorni è senza anestesisti. Il rianimatore non è mai arrivato. Il presidente dell’associazione “Presidio Paolo Merlo”, Aldo Pireddu, ogni giorno urla la disperazione dei reparti orfani degli specialisti, due assenti per malattia. Ma il tema che fino a qualche mese fa avrebbe indignato tutti scivola nei discorsi e sulle bacheche di Fb con indifferenza. Senza anestesisti per le Tac con mezzo di contrasto si deve andare a Olbia. Senza anestesisti i medici del Pronto soccorso hanno difficoltà a intervenire in caso di arresti cardiaci, emorragia cerebrale, arresti respiratori, traumi gravi.

Rosanna Giudice, consigliere di opposizione, raccoglie l’allarme di Pireddu e chiede che il tema sanità diventi centrale anche nell’agenda del Consiglio.

Struttura complessa di medicina. Organico previsto: un direttore più quattro dirigenti medici. «La situazione attuale vede un medico in pensione, un altro pensionabile ma in prorogatio per due anni, quindi operativo insieme a una dottoressa – spiega Giudice –. C’è poi il posto vacante della dottoressa andata in pensione il 19 giugno 2018, mai sostituita. A cui si aggiunge un altro posto vacante della dottoressa a tempo indeterminato che ha dato le dimissioni il 15 settembre 2019, mai sostituita». C’è poi l’incarico a tempo determinato del medico che ha dato le dimissioni il 7 marzo 2020 mai sostituito.

Pronto soccorso. Organico previsto: sei dirigenti medici. Situazione attuale 5 al lavoro, un pensionamento alle porte. «Ma visto che si vuole rimodulare e chiudere il Pronto soccorso, perché questa è la volontà della politica regionale – attacca Giudice –, la situazione va anche abbastanza bene. Perché dico questo? Perché con i 398mila per la rimodulazione del Pronto soccorso al massimo ci fanno le mattonelle dei bagni. Per potenziarlo servono linee precise, un cardiologo, anestesisti, rianimatori».

Dialisi. L’unico medico in forze in Dialisi, era la dottoressa Gazzanelli in pensione dalla fine del 2019 e mai sostituita. «Quindi abbiamo due posti vacanti surrogati dal personale che arriva da Olbia», specifica Giudice.

Rianimatore. «A questa situazione di disastro generale si aggiunge che siamo senza anestesisti da 46 giorni e il rianimatore non è mai arrivato – conclude Giudice –. Però abbiamo il terzo medico Usca sicuramente importante, ma non prioritario. Perché serve un rianimatore in ospedale che possa intubare una persona in caso di necessità. E abbiamo 4 nuove Oss, di cui 2 ostetriche con un Punto nascita chiuso. Ok alla politica dei piccoli passi, purché siano i passi giusti. La massima autorità sanitaria in loco sbatta i pugni in Regione e si faccia sentire. Non possiamo sempre sperare che qualcuno dall’Alto ci salvi». (se.lu.)


 

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