La Nuova Sardegna

Olbia

Air Italy, l’ultima chiamata lavoratori col fiato sospeso

di Marco Bittau
Air Italy, l’ultima chiamata lavoratori col fiato sospeso

Un anno fa la liquidazione della società, il 30 giugno scade la cassa integrazione. Tra pandemia e nuovo governo la vertenza ora rischia di finire nel dimenticatoio 

05 febbraio 2021
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OLBIA. Un anno fa la liquidazione di Air Italy con un colpo di spugna che ha spazzato la seconda compagnia aerea nazionale con il suo carico di 1500 dipendentti, 600 in Sardegna tra Olbia e Cagliari. Da allora è cambiato poco o niente e la sorte dei lavoratori è sempre più appesa al filo esile della cassa integrazione. Che peraltro sta per scadere con il risultato che dal 30 giugno prossimo piloti, assistenti di volo, impiegati amministrativi e meccanici resteranno soli, senza lavoro e senza più un euro. Tutto questo si sta consumando quasi nell’indifferenza generale, tanto da far pensare a una vertenza dimenticata

Di questa inquietante prospettiva si è occupata ieri l’assemblea dei lavoratori, convocata in videoconferenza nel rispetto delle prescrizioni anti Covid. All’ordine del giorno l’esame della situazione e l’agenda delle rivendicazioni. La priorità assoluta, in tempi stretti, è una proroga della cassa integrazione in scadenza alla fine di giugno. A complicare uno scenario già tutto in salita c’è adesso la crisi del governo nazionale che, di fatto, congela la verteza in attesa di conoscere i nuovi interlocutori al ministero dei Trasporti, al ministero del Lavoro e a quello dello Sviluppo economico.

Questa situazione di attesa preoccupa i lavoratori Air Italy. «Oggi ho partecipato all'assemblea a una settimana dal primo anniversario della messa in liquidazione dell'azienda – così il consigliere regionale del M5s Roberto Li Gioi al termine dei lavori – durante l’incontro è emersa la preoccupazione dettata dall'attuale situazione governativa che ha aperto una fase di incertezza per quanto riguarda la prosecuzione virtuosa del percorso già avviato». «Appena 15 giorni fa – aggiunge Li Gioi – nel corso di un incontro in consiglio regionale tra i sindacati, il presidente del Consiglio Michele Pais, l'assessora al Lavoro Alessandra Zedda e i capigruppo consiliari, era emersa la volontà politica unitaria di portare avanti le interlocuzioni già in essere tra la stessa assessora Zedda e la sottosegretaria allo Sviluppo economico Alessandra Todde per individuare un nuovo ammortizzatore sociale in grado di dare ossigeno ai lavoratori che dal 30 giugno non riceveranno più la cassa integrazione».

«Le direttrici che seguiamo sono: rinnovo o proroga della cassa integrazione, il tempo necessario alla rioccupazione e quindi alla costruzione di una soluzione industriale – così dice il sindacato Usb – per quel che riguarda invece la piattaforma di idee sulla quale dovrà basarsi la protesta, i lavoratori Airitaly hanno pari dignità rispetto a quelli di altre realtà industriali come Alitalia o easyJet, perché caduto il divieto di licenziamento è facile immaginare che non saremo soli e anzi, avremo purtroppo molta compagnia. Al momento, l'unico progetto industriale è Ita ma naviga in pessime acque, quindi occorre mettere al sicuro il reddito e prendere tempo, soprattutto perché i lavoratori Air Italy ora sono figli di una compagnia in liquidazione e non più operante. Senza reddito, il lavoratore è fregato due volte, mentre con quel reddito, quell'ammortizzatore sociale può stare all'interno di una cornice in cui ancora si può parlare collettivamente di rioccupazione».

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