La Nuova Sardegna

Olbia

Bancarotta fraudolenta, 3 nei guai

di Angelo Mavuli
 Bancarotta fraudolenta, 3 nei guai

Denunciati gli amministratori calangianesi di una società, sequestrati immobili per 250mila euro

09 aprile 2021
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TEMPIO. Tre calangianesi, amministratori di una società che risulterebbe fallita nel 2018, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per una bancarotta fraudolenta da tre milioni di euro.

Si tratta di persone che operavano nel settore del commercio di orologi e gioielleria, su cui però non sono state date informazioni. C’è di più. Ai tre sono stati sequestrati anche immobili per un valore complessivo di oltre 250mila euro.

E’ il risultato di una lunga e complessa indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Tempio e portata avanti dalla guardia di finanza della locale Tenenza, guidata dal capitano Jacopo Maccione.

Sui tre, che hanno diverse responsabilità, peserebbero gravi ipotesi di delitti fallimentari. Nello specifico, i denunciati - così la guardia di finanza ha fatto sapere - «avrebbero “distratto” beni societari, falsificato libri e scritture contabili per ottenere ingiusti profitti ricorrendo al credito in modo abusivo attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti».

Sugli amministratori denunciati, grava anche l’accusa di avere simulato la vendita di tre diversi immobili arrecando gravissime conseguenze ai creditori. Al termine delle indagini è stato pertanto disposto dall’autorità giudiziaria ed eseguito dalle fiamme gialle, il sequestro degli stessi immobili.

«L’attività di servizio delle fiamme gialle - si legge in una nota diffusa dal comando provinciale della guardia di finanza - testimonia ancorauna volta il costante impegno profuso dal Corpo e dalla locale autorità giudiziaria a tutela del tessuto imprenditoriale sano del Paese».

La notizia ha destato molto clamore non solamente a Calangianus ma in tutta l’alta Gallura: sull’identità degli accusati non sono state date informazioni ma pare che non siano nuovi a “imprese” di questo tipo. Risale a tre anni fa, ad esempio (anche se non c’è la certezza di un collegamento) un’altra truffa scoperta a Calangianus sempre dalla guardia di finanza di Tempio: una vicenda quasi analoga a questa che si concluse con alcune denunce. Il riserbo degli inquirenti, però, in questa fase è totale soprattutto perché la questione non appare ancora chiusa: gli investigatori infatti potrebbero allargare le indagini e non si esclude che possano invece esserci collegamenti con altre storie di usura e truffe che, periodicamente, si verificano nell’alta Gallura.

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