Olbia, Geovillage: su Docche l'ombra della bancarotta
Secondo il gip la strategia dell'imprenditore sarebbe stata quella «di depauperare le società per farle fallire e farle sostituire da altre»
OLBIA. Per il gip del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi, quella messa in campo negli anni dal fondatore del Geovillage era una «consapevole strategia di depauperamento delle società, lasciate fallire per essere sostituite da altre».
Così viene definita la gestione fallimentare delle numerose società della famiglia Docche nell’ordinanza con cui il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per il patron Gavino e suo figlio Fabio, accusati di turbativa d’asta.
Nel provvedimento, frutto dell’attività investigativa svolta dalla guardia di finanza e coordinata dal procuratore Gregorio Capasso e dal sostituto Mauro Lavra, viene ricostruito il complesso assetto societario, con i vari fallimenti e la costituzione di nuove società.
Le ipotesi di reato contestate a Gavino Docche in occasione delle perquisizioni avvenute un anno fa al Geovillage, riguardavano oltre alla turbativa d’asta, anche la bancarotta fraudolenta. E questo è uno dei fronti sui quali proseguono gli accertamenti degli inquirenti.
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