Air Italy, ultima fermata a Roma
di Marco Bittau
Mercoledì manifestazione davanti al Mise in occasione dell’incontro decisivo sulla cassa integrazione
27 giugno 2021
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OLBIA. Capolinea a Roma per la vertenza Air Italy. Mercoledì l’incontro decisivo per la sorte dei dipendenti in odore di licenziamento collettivo e per quell’appuntamento si annuncia una manifestazione nazionale nella capitale, proprio sotto la sede del Mise, il ministero per lo Sviluppo economico, in via Molise. Appuntamento alle 10.
Lo scenario. L’incontro, sul filo di lana, dovrebbe sciogliere l’ultima riserva sull’obiettivo minimo della vertenza, cioè la proroga della cassa integrazione in scadenza proprio il 30 giugno. Dopo mesi di chiusura, si è aperta una piccola breccia nel muro di chiusura eretto dai liquidatori della compagnia fondata dall’Aga Khan. I liquidatori hanno posto delle condizioni e in queste ore le diplomazie sono a lavoro per colmare le distanze tra le parti. Sul tavolo vigila il ministero del Lavoro, che sinora è sembrato sensibile alle ragioni dei lavoratori, dei loro rappresentanti sindacali e degli amministratori regionali della Sardegna e della Lombardia.
I sindacati. Cauto ottimismo tra le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl, consapevoli che comunque in questa fase è in gioco l’obiettivo minimo della vertenza, la proroga della cassa integrazione, che consentirà di proseguire la trattativa con i lavoratori “in gioco”. Non è poco nell’attesa di arrivare al cuore della vertenza, cioè la rioccupazione dei lavoratori nel settore.
Il futuro. «Niente è ancora deciso rispetto il futuro dei lavoratori, sospesi tra le richieste dei liquidatori e i ritardi di una politica che si è fatta trovare per l'ennesima volta impreparata rispetto agli eventi – dicono i segretari nazionali dell’Usb, dei Cobas e dell’Associazione nazionale piloti –. Riteniamo che anche il raggiungimento di un ulteriore ammortizzatore sociale, obiettivo minimo della vertenza, sia insufficiente mancando all'appello il tema centrale: la rioccupazione dei lavoratori nel settore. La cassa integrazione ha infatti questo scopo: tutelare il reddito dei lavoratori mentre si cercano e costruiscono soluzioni lavorative. Non vorremmo che questa procedura venisse ridotta al semplice compitino di dare all'ultimo minuto disponibile un'altra breve boccata di ossigeno a chi già trattiene il respiro da mesi. Quello che chiediamo, e da molto, è un piano strategico di settore dove anche le professionalità maturate e tramandate in 58 anni di storia a partire da Alisarda possano trovare la loro ricollocazione, assieme a tutti i lavoratori del settore attualmente senza un futuro certo».
Il vettore nazionale. Il messaggio è chiaro, le organizzazioni sindacali puntano su un vettore nazionale forte e correttamente dimensionato che riassorba anche il personale di Air Italy e delle altre realtà in dismissione. «Per questo – aggiungono i sindacati – serve un tavolo congiunto con il ministero dello Sviluppo economico, il ministero delle Infrastrutture e il ministero del Lavoro affinché si inverta la prospettiva della tendenza, cominciando a definire regole chiare da far rispettare a tutti gli attori del trasporto aereo del Paese, parlando di futuro e di lavoro per il personale italiano, e non di licenziamenti». «A questo punto sarà compito del Governo Draghi – conclude Marco Bardini, segretario dell’Anpav Sardegna – porre le condizioni affinché l’industria italiana del trasporto aereo, oggi quasi totalmente in mani straniere, visto anche lo stallo di Ita, rinasca dalle sue ceneri, ricomprendendo anche i lavoratori di Air Italy».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo scenario. L’incontro, sul filo di lana, dovrebbe sciogliere l’ultima riserva sull’obiettivo minimo della vertenza, cioè la proroga della cassa integrazione in scadenza proprio il 30 giugno. Dopo mesi di chiusura, si è aperta una piccola breccia nel muro di chiusura eretto dai liquidatori della compagnia fondata dall’Aga Khan. I liquidatori hanno posto delle condizioni e in queste ore le diplomazie sono a lavoro per colmare le distanze tra le parti. Sul tavolo vigila il ministero del Lavoro, che sinora è sembrato sensibile alle ragioni dei lavoratori, dei loro rappresentanti sindacali e degli amministratori regionali della Sardegna e della Lombardia.
I sindacati. Cauto ottimismo tra le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl, consapevoli che comunque in questa fase è in gioco l’obiettivo minimo della vertenza, la proroga della cassa integrazione, che consentirà di proseguire la trattativa con i lavoratori “in gioco”. Non è poco nell’attesa di arrivare al cuore della vertenza, cioè la rioccupazione dei lavoratori nel settore.
Il futuro. «Niente è ancora deciso rispetto il futuro dei lavoratori, sospesi tra le richieste dei liquidatori e i ritardi di una politica che si è fatta trovare per l'ennesima volta impreparata rispetto agli eventi – dicono i segretari nazionali dell’Usb, dei Cobas e dell’Associazione nazionale piloti –. Riteniamo che anche il raggiungimento di un ulteriore ammortizzatore sociale, obiettivo minimo della vertenza, sia insufficiente mancando all'appello il tema centrale: la rioccupazione dei lavoratori nel settore. La cassa integrazione ha infatti questo scopo: tutelare il reddito dei lavoratori mentre si cercano e costruiscono soluzioni lavorative. Non vorremmo che questa procedura venisse ridotta al semplice compitino di dare all'ultimo minuto disponibile un'altra breve boccata di ossigeno a chi già trattiene il respiro da mesi. Quello che chiediamo, e da molto, è un piano strategico di settore dove anche le professionalità maturate e tramandate in 58 anni di storia a partire da Alisarda possano trovare la loro ricollocazione, assieme a tutti i lavoratori del settore attualmente senza un futuro certo».
Il vettore nazionale. Il messaggio è chiaro, le organizzazioni sindacali puntano su un vettore nazionale forte e correttamente dimensionato che riassorba anche il personale di Air Italy e delle altre realtà in dismissione. «Per questo – aggiungono i sindacati – serve un tavolo congiunto con il ministero dello Sviluppo economico, il ministero delle Infrastrutture e il ministero del Lavoro affinché si inverta la prospettiva della tendenza, cominciando a definire regole chiare da far rispettare a tutti gli attori del trasporto aereo del Paese, parlando di futuro e di lavoro per il personale italiano, e non di licenziamenti». «A questo punto sarà compito del Governo Draghi – conclude Marco Bardini, segretario dell’Anpav Sardegna – porre le condizioni affinché l’industria italiana del trasporto aereo, oggi quasi totalmente in mani straniere, visto anche lo stallo di Ita, rinasca dalle sue ceneri, ricomprendendo anche i lavoratori di Air Italy».
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