La Nuova Sardegna

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Olbia, Sanciu: «Nessun rimpianto: la Grande coalizione è stata un'esperienza esaltante»

Serena Lullia
Olbia, Sanciu: «Nessun rimpianto: la Grande coalizione è stata un'esperienza esaltante»

L'ex senatore forzista, padre fondatore del listone civico, fa l’analisi del voto: «Resto un uomo di centrodestra, ma mai con il “sistema N”»

15 ottobre 2021
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OLBIA. Non rinnega la paternità e l’esperimento della Grande coalizione. E con orgoglio difende il progetto civico di governo della città. Fedele Sanciu, ex senatore di Forza Italia ed ex presidente della Provincia, analizza con lucidità la sconfitta elettorale contro il centrodestra di Settimo Nizzi, che lui non nomina mai. Nelle sue parole nessun rimpianto, nessun rimorso.

«Una esperienza esaltante che ripeterei senza esitazione – dice –. Ho molto chiaro il mio percorso di vita e i valori in cui credo, che per me sono irrinunciabili. Ho sposato il progetto della Grande coalizione con la convinzione che fosse uno dei pochi che potesse reagire al cosiddetto “sistema N”. Nulla di politico o di personale. Ho messo al centro del mio impegno la questione morale. Mi rendo conto che qualcuno non capirà, ma per chi ha 60 anni come me, non deve nulla a nessuno, ha vissuto onestamente il suo lavoro e ha avuto un percorso nelle istituzioni di un certo livello, è impossibile non fare queste battaglie. Ho preso le distanze, senza ambiguità, da un modello di gestione della cosa pubblica che non mi appartiene, che non si ispira ai modelli liberali più evoluti in cui credo. Non condanno nessuno di coloro che lo sostengono, lo fanno non tanto per reale convincimento, più che altro lo subiscono. Per il resto io ero un uomo di centrodestra, lo sono e lo sarò».

La sua creatura politica ha però perso con 1200 voti di scarto. «Come accade in tutte le competizioni elettorali uno pensa di poter vincere. Quando ho iniziato a sostenere la Grande coalizione, non lo dico io ma lo dice il candidato che ha vinto le elezioni, parlava di un vantaggio di 70 a 30. Lui stesso ha ricordato che il 21 settembre la forbice si era ridotta al 13%. Dati che non sono distanti dal nostro sondaggio. Diceva che la distanza tra i due sfidanti era nel range in cui non hai certezze, 3 punti. Il dato di fatto è che per 40 giorni la Grande coalizione erodeva quotidianamente all’avversario un quarto di punto. Quindi con un ritmo costante è passata dal 30 al 48%. Oggi abbiamo la città divisa e 20mila persone che nessuno ha convinto ad andare alle urne».

Sanciu difende il risultato elettorale di Liberi, la lista che ha raccolto le sensibilità di centrodestra. E lo mette a confronto con i numeri bonsai degli altri partiti di area. «Esiste il “nizzismo”, ma i partiti che governano in Regione, Riformatori, Psd’Az, Lega, sono arrivati giusti al quorum necessario per esprimere un consigliere. L’Udc nemmeno è entrato in Consiglio. La Lega ha dovuto prendere professionisti del voto strutturale per non restare fuori. Se fosse stato per il voto d’opinione non avrebbe messo neanche un consigliere. Liberi, invece, proposta politica nata da poco, ha raggiunto il 10% e solo per 47 voti non ha espresso il terzo consigliere».

Sanciu respinge poi l’accusa di aver condotto una campagna aggressiva, concausa della sconfitta. «Liberi ha fatto una campagna moderna, non imbavagliata. Aveva da dire molte cose e le ha sapute dire, aveva da comunicare e ha saputo comunicare. Chiaro che per fermare il messaggio di Liberi, dall’altra parte hanno dovuto mettere su la controinformazione, stravolgendo in modo aggressivo messaggi ispirati a grandi valori. Che la campagna che abbiamo fatto fosse giusta lo dimostrano i numeri. Liberi ha avuto un successo strepitoso. Ha preso il 10% rispetto a tanti altri partiti strutturati. Rispetto le ragioni di Stato della politica, le capisco. Non ho nulla da dire al centrodestra e ai partiti, se non che ci incontreremo di nuovo e lavoreremo per progetti provinciali, regionali e nazionali. Chi ci divide nel percorso cittadino è quel “sistema N” in cui non posso riconoscermi. Qualsiasi espressione del centrodestra fosse stata presente in questa competizione mi avrebbe visto suo sostenitore. Ma non il progetto di area N».

Sanciu spiega poi di non aver alcun rimpianto nell’essersi seduto al tavolo con Pd e M5s «perché né ufficialmente né riservatamente mi sono mai seduto con loro, ma con uomini e donne provenienti da tante sensibilità che hanno messo al centro la città e la sua salvezza morale, non il progetto ideologico».

Qualcosa però non ha funzionato se gli olbiesi hanno scelto la continuità assegnando per la quinta volta le chiavi della città a Nizzi. «Augusto (Navone ndr) ha fatto una campagna elettorale senza sbavature, da civico puro, portando tra la gente i temi e i contenuti cari alla Grande coalizione. La sua grandissima preparazione gli ha consentito di conoscere in tempi brevi i problemi della città, andando quartiere per quartiere. Ed è tra la gente che abbiamo trovato concittadini che ci chiedevano di incontrarli senza farsi vedere, che ci parlavano sottovoce chiedendoci di tenere riservato il loro sostegno. C’è un centro di potere solido, non certo ascrivibile a un partito di centrodestra, ma a un uomo solo al comando, che ha la capacità di condizionare il sistema economico. Politica ed economia corrono su binari paralleli. L’ingerenza dell’uno sull’altro mi spaventa. Per questo ho apprezzato la scelta di Fratelli d’Italia di non partecipare a questa competizione col simbolo. Scelta coraggiosa, responsabile, apprezzata anche dalla gente. I voti raccolti da Liberi, per l’80% arrivano da quell’area».

Sanciu fa poi gli auguri di buon lavoro agli eletti della Grande coalizione, «una bella ventata di aria fresca. In particolare alle donne, che sono la speranza, anche dell’altro schieramento, ad alcune mi legano rapporti di stima e amicizia». E conclude con una previsione sibillina: «Il futuro è donna».


 

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