La Nuova Sardegna

Olbia

Comunali a Olbia, Meloni: «Sconfitta con onore, il Pd ora riparte da giovani preparati»

di Serena Lullia
Il consigliere regionale del Pd Giuseppe Meloni, sostenitore della Grande Coalizione
Il consigliere regionale del Pd Giuseppe Meloni, sostenitore della Grande Coalizione

Il conisgliere regionale, sostenitore della prima ora della Grande Coalizione: «Siamo stati scelti dal 48% degli olbiesi. Le nostre liste di area progressista al 25%»

17 ottobre 2021
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OLBIA. Una sconfitta, ma non una débacle. Un traguardo quasi sfiorato, non una disfatta. Giuseppe Meloni, consigliere regionale Pd e sostenitore della prima ora della Grande Coalizione, dà una lettura in positivo del voto delle Comunali che hanno riconsegnato le chiavi della città a Settimo Nizzi. Meloni parte dai numeri, 52,08% a 47,92% e dalla rimonta di Augusto Navone dallo svantaggio monstre di 30 a 70 degli esordi. «Ho cominciato un anno fa a frequentare i primi incontri di quella che sarebbe stata la Grande Coalizione e dal punto in cui eravamo partiti essere arrivati a un distacco del 4%, a un passo dalla vittoria, ritengo sia un successo. Chiaro che ha vinto Nizzi, ma il suo non è stato un trionfo, soprattutto alla luce dei 20mila olbiesi che non sono andati alle urne e del fatto che metà di quelli che ci sono andati non hanno votato per lui».

Nessun dubbio per Meloni che la Grande Coalizione fosse l’unico progetto di governo della città da proporre in questa tornata elettorale. «Come coalizione di centrosinistra eravamo molto in ritardo, anche sulla figura di chi avrebbe potuto guidarla. La pandemia ha impedito quel processo di confronto e dialogo che normalmente porta a creare una coalizione. Basti ricordare che abbiamo inaugurato la sede del Pd provinciale una settimana prima del lockdown. Credo quindi che il progetto della Grande Coalizione fosse l’unico perseguibile per poter competere con il centrodestra di Nizzi. Non ho nessun rimorso né alcun rimpianto. Mi sono trovato bene con tanti compagni di viaggio che non erano storicamente vicino a noi. E non ho avuto alcun imbarazzo, da uomo del Pd, a sedere con esponenti di area politica opposta. Perché non si è trattato di affrontare temi ideologici, su cui saremmo potuti entrare in rotta di collisione. Lo dico da ex sindaco: quando si tratta di amministrare un comune, anche se grande come Olbia rispetto al mio, prima di tutto viene il bene della città e il progetto di governo per amministrarla non ha nulla a che vedere con le ideologie».

Resta comunque il dato innegabile di aver perso le elezioni, sconfitta per la quale nessuno si è assunto la responsabilità. «Io non parlerei di colpe. Partivamo da un grosso svantaggio, abbiamo recuperato nelle aree dell’elettorato in cui i sondaggi ci dicevano fossimo indietro, anche tra chi pensava di astenersi. Avremmo potuto lavorare meglio in questo senso, mi aspettavo qualcosa di più da qualche compagno di viaggio».

Semiassoluzione anche per la campagna elettorale, giudicata aggressiva dagli avversarsi, del gruppo Liberi. «Sinceramente non sono in grado di affermare che quel tipo di messaggio possa avere influito sull’esito del voto. Noi, come liste civiche di riferimento dell’area progressista e democratica (Olbia democratica e Scelta civica ndr) abbiamo avuto uno stile diverso rispetto ad altri compagni di viaggio. Ma ognuno cercava di parlare al suo elettorato».

Certezza granitica invece su Navone. «Per le sua caratteristiche era la figura guida ideale della Grande Coalizione. Un candidato competente, preparato, civico, capace di entrare nei problemi della città e tra la gente. Ha condotto una ottima campagna elettorale. È stato un grande leader e sono convinto che sarebbe stato un grande sindaco. Peccato per Olbia». Dopo aver perso le elezioni nel 2016 con Carlo Careddu e quest’anno, il Pd deve ragionare sul suo futuro. «Le liste civiche di area progressista e democratica in cui erano candidati esponenti Pd hanno raccolto il 25%. Il Pd riparte, già da oggi, per costruire un progetto di governo della città da proporre tra cinque anni. E riparte dai tantissimi giovani preparati che si sono avvicinati alla politica grazie alla Grande Coalizione. Un patrimonio da valorizzare e implementare».
 

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