I lavoratori di Air Italy da Papa Francesco
Il Pontefice si è trattenuto diversi minuti con i dipendenti della compagnia: "La vostra vertenza è emblema di tutti quelli che perdono il lavoro"
ROMA. Una delegazione mista di lavoratrici e lavoratori Air Italy hanno partecipato questa mattina in Vaticano all'udienza generale del Papa. Ne danno notizia le organizzazioni sindacali fra cui Filt Cgil e Anpav. «La delegazione era composta da venti persone _ scrive la Filt Cgil _ e tutti indossavano la maglietta bianca con l'hastagh #salviamoairitaly».
«La vertenza Air Italy non si ferma _ dice Marco Bardini, segretario regionale Anpav _. La settimana scorsa abbiamo scritto una lettera a Papa Francesco per chiedergli udienza e oggi ci ha ricevuti in delegazione. Dopo l’udienza generale il Santo Padre ha esplicitamente chiesto alle guardie di farci disporre sul sagrato della Sala Paolo VI per un colloquio diretto e personale. Si è intrattenuto con noi diversi minuti e paradossalmente ha ringraziato lui noi per essere andati nuovamente a trovarlo».
«Ha indicato la nostra vertenza come emblema di tutti i lavoratori che perdono il lavoro _ dice ancora Bardini _, sottolineando il fatto che le logiche del massimo profitto portano troppo spesso ad anteporre il denaro all’uomo. Ci ha anche chiesto di pregare per i nostri datori di lavoro, di non odiarli e convincerli che perseguire solo le logiche del profitto è sbagliato. Ritengo che il Santo Padre abbia ben compreso la sostanza, della vertenza Air Italy, più di quanto l’abbia compresa il Governo, indicandola come emblematica di tutti i lavoratori che perdono il lavoro».
«Sempre nella giornata di oggi a Roma - riferisce ancora la Filt Cgil - si terrà dalle 15 a Via Molise, sede del Ministero dello Sviluppo Economico, un presidio per dire No ai licenziamenti e chiedere un intervento delle istituzioni per prolungare la cassa integrazione, a salvaguardia dell'occupazione dei 1.322 lavoratori della compagnia».
L'ammortizzatore è scaduto il 31 dicembre 2021 e non è stata rinnovata per la mancata richiesta dell'azienda che ha chiuso definitivamente i rapporti con i dipendenti inviando, a partire dallo scorso 2 gennaio, le lettere di licenziamento collettivo. I sindacati, però, cercano ancora di scongiurare l'attivazione della Naspi sollecitando un intervento diretto del Governo.