La Nuova Sardegna

Olbia

Tribunale

Collisione nel mare di Portisco: «Nessuna vedetta sul motoscafo»

Tiziana Simula
Collisione nel mare di Portisco: «Nessuna vedetta sul motoscafo»

Depositata la perizia, nello scontro morì lo skipper della barca a vela

03 luglio 2022
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Olbia Il motoscafo gli era piombato addosso come proiettile mentre navigavano sulla loro barca a vela “Sea Fever II”. Gli era letteralmente passato sopra travolgendo Alberto Filosi, 69 anni, di Legnano, che era al timone: l’uomo era stato prima travolto dalla prua del semicabinato e, poi, sbalzato in mare, dove le eliche del motore avevano dilaniato il suo corpo. Nella collisione era rimasta ferita anche sua moglie, Elena Rizzi, che aveva riportato la frattura di sei costole e di tre vertebre. A poco più di un anno dalla tragedia del mare, avvenuta il 29 maggio 2021 nel golfo di Cugnana, vicino all’isola di Soffi, è stata depositata la perizia disposta dal sostituto procuratore Ilaria Corbelli che ricostruisce e accerta dinamica dell’incidente e responsabilità. Dissequestrate anche le due barche. Il proprietario del motoscafo “Argo 1”, Angelo Gino Zambaiti, lombardo anche lui (entrambi avevano il posto barca nella Marina di Portisco), è indagato per omicidio colposo, lesioni colpose, naufragio, disastro colposo, e inosservanza di norme sulla sicurezza della navigazione. Nella perizia redatta dal comandante Francesco Bandiera, viene attribuita ogni responsabilità all’indagato evidenziando come sia mancata l’attività di vedetta necessaria. Zambaiti aveva dichiarato di essere al timone, dichiarazione opposta a quella resa dalla vedova di Filosi che aveva detto di non aver visto nessuno. La versione della donna sembra trovare riscontro nella perizia.

«Si ritiene incomprensibile come un timoniere al suo posto non possa vedere un bersaglio come la Sea Fever II con le vele issate». Secondo la perizia il motoscafo ha colpito l’imbarcazione seguendo un moto perfettamente rettilineo e al momento dell’impatto le mani del conduttore non erano vicino alle leve. L’arresto dei motori è avvenuto dopo diversi secondi. Una manovra minima avrebbe recuperato «una grave situazione di pericolo causata da un servizio di vedetta inefficace, pericoloso e purtroppo fatale per Filosi». Non è stato accertato se fosse inserito o meno il pilota automatico. In ogni caso, anche se inserito, sostiene il perito, «non può sostituire un servizio di vedetta pienamente efficace e operativo». Corretta la condotta della vittima che ha tentato manovre per allontanarsi dal pericolo. La vedova di Filosi e la figlia sono difese dagli avvocati Gherardo Fiume, del Foro di Milano, e dallo studio legale degli avvocati Fabrizio Deiana e Marco Piras, di Olbia. Zambaiti è difeso dagli avvocati Angelo Capelli, del Foro di Bergamo, e Marco Pilia, del Foro di Lanusei.

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