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Mega impianti eolici, La Maddalena dice no all’offshore Zefiro

Mega impianti eolici, La Maddalena dice no all’offshore Zefiro

Lai: «Opposizione formale»

23 luglio 2022
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La Maddalena L'energia rinnovabile non può essere la scusa per distruggere i territori. È stata presentata in tutte le sedi competenti l'opposizione formale del comune di La Maddalena alla richiesta di concessione demaniale marittima per la realizzazione dell'impianto eolico offshore floating presentata dalla Società “Stantec spa". Il progetto è denominato "Zefiro vento" e prevederebbe 210 aerogeneratori da 15 megawatt, quattro stazioni di trasformazione e altrettanti cavidotti sottomarini e terrestri, con una richiesta di superficie di quasi un miliardo e 750 milioni di metri quadri. Qualcosa tipo 250mila campi da calcio uno a fianco all'altro, proprio accanto alle acque del Parco nazionale dell'Arcipelago, con buona pace del Santuario dei mammiferi marini del Mediterraneo Pelagos, delle rotte migratorie delle specie volatili e dell'equilibrio ambientale marino di tutto il territorio. Immediata la presa di posizione dell'amministrazione maddalenina, con l'istanza d'opposizione inviata agli uffici ministeriali e amministrativi nazionali e regionali. «L’energia rinnovabile deve essere studiata in maniera sostenibile e non può essere la scusa per distruggere i territori» spiega il sindaco Fabio Lai. Il documento, che evidenzia la totale assenza del coinvolgimento della comunità locale, si sofferma sull'incompatibilità ambientale del progetto con la tutela ambientale: «Come previsto dal Parco nazionale e dalle aree Sito di interesse comunitario (Sic) le cui direttive suddividono il territorio in varie aree proprio con lo scopo di tutelare le specie vegetali e animali per mantenere il patrimonio complessivo della biodiversità delle piccole isole attraverso il coinvolgimento di istituzioni e organizzazioni non governative che si occupano della tutela dell'ambiente» evidenzia il primo cittadino. Viene evidenziata anche l'assenza di uno studio adeguato sulla tecnica "floating”, «che non garantisce adeguati livelli di affidabilità e garanzia circa la tenuta e la sua capacità a impedire il verificarsi di danni irreparabili al fondo marino con possibili ripercussioni sulle coste dei comuni frontalieri», e il rischio dell'effetto domino su tutto nordest sardo. «In assenza di uno strumento di programmazione regionale o nazionale in pochi giorni sono pervenute diverse istanze per il rilascio delle preventive concessioni demaniali, atte al posizionamento degli impianti offshore per la copertura di milioni di metri quadrati di mare che coprirebbero l’intera costa nordest della Sardegna, da Siniscola all’arcipelago, con conseguenze nefaste per settori economici trainanti delle comunità locali come il turismo». Immediato sostegno alla posizione dell'amministrazione maddalenina da parte dell'assessore regionale Quirico Sanna e dell'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio. «Ribadisco quanto detto in altre occasioni: sì all'energia pulita ma non in posizioni che deturpano l’ambiente come quella nei pressi di Caprera" conclude Lai. (c.i.)

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