«L’area marina protetta di Tavolara in stallo da mesi è un danno per la scienza»
Congelato l’accordo con la Bicocca che ne voleva fare il suo hub mediterraneo. L’ente senza vertici da mesi si avvicina al commissariamento
Olbia Il mondo scientifico osserva preoccupato il limbo in cui la politica ha fatto precipitare l’area marina protetta di Tavolara. L’ente di tutela lasciato senza direttore e senza presidente, spinto sulla rotta del commissariamento da una guerra di potere tutta interna, rischia di perdere il suo ruolo di leader nel mondo scientifico internazionale. L’università di Milano Bicocca lo scorso anno l’aveva scelta come hub mediterraneo. Una palestra di studio e approfondimento unica per laureandi, laureati e ricercatori. Doveva diventare il gemello mediterraneo del polo tropicale di ricerca didattica aperto dalla Bicocca sull’isola di Magoodhoo, alle Maldive. Un accordo già tradotto in convenzione scritta, che si riempie di polvere da mesi. Congelato dal blocco all’Amp imposto dal sindaco Settimo Nizzi.
Il primo cittadino olbiese, spazzando via la prassi ventennale sulla nomina del presidente, cioè a rotazione tra i sindaci del Consorzio di gestione (Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro), ha imposto che fosse il suo delegato, l’ammiraglio in pensione Aurelio Caligiore a ricoprire quell’incarico. Che però spetta al comune di San Teodoro.
Eccellenza unica «A noi le questioni politiche non interessano – spiega Sarah Caronni, assegnista di ricerca dell’università Bicocca, un legame speciale con la Sardegna e con l’Amp con cui collabora dal 2006 –. Come mondo scientifico però siamo preoccupati. Per noi l’Amp di Tavolara rappresenta una risorsa fondamentale per la ricerca scientifica e la formazione. Sotto il primo aspetto è in assoluto l’area marina protetta, non solo in Italia ma riconosciuta a livello internazionale, in cui gli effetti della protezione sono davvero evidenti. È quindi una palestra ottima che ci permette di studiare specie e habitat che in altre zone del Mediterraneo sono scomparse. E di andare anche oltre. Visto che qua è tutto davvero molto ben conservato si può provare a simulare cosa succederebbe in caso di problemi, ad esempio a livello di cambiamenti climatici. Invece di fare esperimenti in laboratorio, cioè in vasca, farli sul campo, in un ambiente non alterato, ha il vantaggio di fornire molte più informazioni e molto più precise. Esperimenti di questo tipo ne abbiamo fatti davvero tanti sia come università di Pavia che come Bicocca e in collaborazione con l’università di Sassari».
L’hub perduto Ma anche sul fronte della formazione l’Amp di Tavolara ha dimostrato di essere un partner universitario di eccellenza. «Come Bicocca portiamo i ragazzi di una serie di corsi che fanno parte del corso di laurea internazionale di Marine sciences per fare attività pratiche – spiega Caronni –. L’università ha un hub tropicale alle Maldive e l’idea era di fare di Tavolara l’hub mediterraneo. La convenzione è ferma da un anno. Noi ovviamente cerchiamo di portare ugualmente i nostri ragazzi, ma è chiaro che avere un hub sarebbe un’altra cosa». Una iniziativa tra l’altro con importanti ripercussioni per gli studenti olbiesi. La convenzione prevede infatti il decentramento di alcuni corsi dell’università milanese, con facilitazioni per gli studenti di Olbia che volessero iscriversi al corso di Marine Sciences. Come la possibilità di seguire on line le lezioni e andare a Milano solo per fare gli esami. «Al di là di questa convenzione noi gli studenti li portiamo da anni a Tavolara. A gennaio saremo con quelli del mio corso per due giorni di pratica. Loro fanno un sacco di attività di laboratorio, ma la vera prova è sul campo è qui la possono fare in un ambiente davvero ben conservato».
Tesi e tirocini Le tesi sul mondo sommerso di questo angolo di Gallura sono super gettonate. Dall’anno del Covid a oggi sono dieci le tesi sull’Amp di Tavolara fatte alla Bicocca. «Parliamo di tesi della magistrale, quindi impegnative – sottolinea Caronni –. Due sono state fatte anche nel periodo del Covid, in modalità remota. E poi ci sono tutti i tirocini extracurricolari, cioè quelli dei crediti liberi, che sono tantissimi. L’anno accademico è cominciato da un mese e abbiamo già tre richieste». Personale top. A mantenere intrecciati i fili della collaborazione tra Bicocca e Amp c’è poi il grande lavoro del personale dell’area marina. «Questa è l’unica realtà italiana con un personale qualificato e strutturato e che vada oltre le due unità. Sai che ti puoi interfacciare con una persona per la ricerca, con una per l’educazione ambientale, con un’altra per la parte amministrativa – conclude la ricercatrice –. Se chiami un’altra Amp in Italia trovi una sola persona che, con tutta la buona volontà, deve fare da sola una marea di cose in diversi ambiti e la sua disponibilità di tempo per supportarci è ovviamente molto limitata».