Olbia, tenta di scappare col suo bambino: mamma di 40 anni fermata al porto
Interviene la polizia di frontiera. La donna non aveva la responsabilità genitoriale
Olbia Ha provato a portare via suo figlio fuori dalla Sardegna. Un bambino di dieci anni del quale non aveva la responsabilità genitoriale, perché le era stata sospesa. Insieme con il suo nuovo compagno ha raggiunto l’altro ieri sera il porto di Olbia con i biglietti già in tasca per Livorno. Ma su quella nave non è mai salita. L’hanno fermata ai controlli radiogeni le guardie di sicurezza insieme con gli agenti della polizia di frontiera guidati da Christian Puddu. E il tentativo di fuga della donna è stato impedito. Verrà denunciata per sottrazione di minore e con lei anche il suo fidanzato. Il bambino è stato già riportato dai nonni paterni che vivono in un paese dell’Oristanese e a cui è stato affidato il nipotino.
La storia. La donna, che non è sarda e che ha circa quarant’anni, da tempo vive nel nord Italia con il suo attuale compagno. Prima di lui si era innamorata di un ragazzo dell’Oristanese con il quale si era sposata. Vivevano insieme in Emilia Romagna dove è nato il loro bambino. Ma il matrimonio è finito e il bimbo era stato affidato al padre. A quel punto lui era tornato in Sardegna per andare a vivere dai genitori insieme col figlioletto. Due settimane fa, però, l’uomo è morto e il piccolo è rimasto con i suoi nonni.
Il viaggio. Appena la donna ha saputo la tragica notizia, avrebbe deciso di fare il possibile per portare con sé il bambino, contando sull’aiuto del compagno. Insieme sono così sbarcati nell’isola dove, per alcuni giorni, avrebbero trovato alloggio in un hotel. Sino all’altro ieri mattina quando la quarantenne si è presentata a scuola per poter ritirare suo figlio prima dell’orario normale di uscita. Da qui la fuga verso il nord Sardegna. Hanno raggiunto Olbia e poi si sono diretti all’Isola Bianca con l’obiettivo di imbarcarsi a bordo della nave della Moby in partenza per Livorno alle 23.
L’allarme. Quando i nonni, come sempre, sono arrivati fuori dalla scuola per attendere il nipotino, non lo hanno visto uscire. Spaventati, hanno subito cercato di capire che cosa fosse successo e appena hanno avuto la certezza che si fosse presentata la mamma hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Come accade sempre in questi casi, vengono allertate anche le forze di polizia che operano nei porti e negli aeroporti. Era ipotizzabile, infatti, che la donna potesse aver deciso di lasciare la Sardegna al più presto.
L’arrivo a Olbia. Si sapeva tutto della madre in fuga con il figlio e il compagno e si sapeva anche con quale macchina si stessero muovendo. E quell’auto, a un certo punto, è arrivata al porto di Olbia attorno alle 21. Due ore prima della partenza della nave. La coppia e il bambino sono quindi entrati all’interno della stazione marittima e le guardie di sicurezza del porto hanno atteso che si presentassero proprio davanti al metal detector mentre la polizia di frontiera era già pronta a intervenire. La donna a quel punto non ha potuto negare nulla: era consapevole del fatto che non avrebbe potuto prendere il bambino con sé senza essere autorizzata e avrebbe quindi ammesso la sua colpa, aggiungendo anche di essere pentita di ciò che aveva fatto. E mentre la polizia di frontiera svolgeva con la coppia le procedure previste, il bambino è stato subito riaccompagnato dai suoi nonni.