Arzachena, segni sospetti sul corpo di Ivan: l’autopsia accerterà la verità
La Procura di Tempio vuole verificare le cause della morte. Responsabilità di altri?
Arzachena Sul corpo di Ivan Dettori c’erano dei segni sospetti. Segni che non sarebbero apparentemente compatibili col suicidio, e che il magistrato ha deciso di valutare più attentamente. L’attenzione della Procura di Tempio – che sulle cause della morte del 19enne di Arzachena ha aperto un’inchiesta – è rivolta a quei segni sospetti. A verificare la loro origine. E, quindi, ad accertare se dietro la sua morte possa esserci la responsabilità di altre persone. A questo quesito dovrà rispondere il medico legale che dovrà eseguire l’autopsia disposta dal sostituto procuratore Mauro Lavra.
L’incarico è stato affidato al dottor Michele Usai. Ieri, 10 giugno, all’Istituto di medicina legale della Asl di Sassari è stata eseguita l’ispezione cadaverica esterna. L’operazione è stata sospesa e riprenderà domani, 12 giugno, con l’autopsia e altri accertamenti. Il consulente tecnico nominato dalla Procura avrà trenta giorni di tempo per rispondere al quesito del magistrato: il medico legale dovrà accertare se sul corpo di Ivan Dettori ci siano segni o indizi che da cui desumere che la sua morte sia responsabilità di altre persone.
In poche parole: Ivan si è tolto la vita di sua volontà? O qualcuno lo vessava e lo molestava a tal punto da farlo disperare e costringerlo a compiere quel gesto estremo? O, ancora: qualcuno ha provocato la sua morte? I genitori della giovane vittima, rappresentati dall’avvocato Egidio Caredda, hanno nominato un loro consulente che assisterà all’autopsia. Questi ed altri accertamenti – come quello sul suo telefono cellulare e sulle corde sequestrate dopo il ritrovamento nelle campagne di Arzachena – serviranno a fare chiarezza sulle cause della morte e sul contesto in cui è maturata questa tragedia.
La Procura di Tempio indaga per due ipotesi di reato: atti persecutori e morte come conseguenza di altro reato. Al momento nessuno è iscritto nel registro degli indagati. La famiglia e altre persone sentite dagli investigatori hanno riferito che Ivan nell’ultimo periodo era triste, assente, non era più lo stesso, e agli stessi genitori, Domenica Pusceddu e Giovanni Dettori, il ragazzo aveva confidato di essere vessato. «Vogliamo sapere la verità», dice la sua famiglia.
Dalle prime indagini, risulta che Ivan Dettori è morto nel pomeriggio del 3 giugno, lo stesso giorno in cui ha fatto perdere le sue tracce. Quella mattina i suoi genitori l’avevano lasciato in casa quando erano usciti per andare al lavoro. Verso l’ora di pranzo il padre era rientrato, e lui non c’era più. Per cercarlo, era sceso in campo un massiccio dispiegamento di forze. Era stato ritrovato privo di vita tre giorni dopo, nel primo pomeriggio del 6 giugno, in località Sarraiola, a due chilometri e mezzo dalla sua abitazione. Suicidio, si è subito detto. Ma evidentemente sono emerse circostanze per le quali la Procura ha ritenuto necessario indagare in maniera più approfondita.