Parte dalla baia di Cala di Volpe la riforestazione della posidonia
Presentato il progetto Blue forest promosso da One ocean foundation
Porto Cervo Riparte dalla baia di Cala di Volpe il progetto Blue forest in Sardegna, promosso da One ocean foundation, realtà non profit operante a livello internazionale per la tutela dell’ambiente marino. Oggi 22 maggio a Milano la presentazione: la più estesa iniziativa di riforestazione nel Mediterraneo, orientata alla tutela e al ripristino di posidonia oceanica, fondamentale per la salute dell’ecosistema marino. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra One ocean foundation e l’Università di Sassari, con il supporto della International school for scientific diving e col sostegno di partner come Pirelli, che ha reso possibile l’avvio del progetto, e Smeralda Holding, insieme a una rete crescente di aziende e istituzioni impegnate nella salvaguardia del mare. L’intervento interessa circa 80 ettari di mare all’interno del campo boe di Cala di Volpe, dove c’è una prateria di posidonia oceanica danneggiata prima che fossero regolamentati accessi e ancoraggi.
Il primo passo fondamentale verso la sua tutela fu compiuto già vent’anni fa da Smeralda Holding, con la creazione del campo boe per regolamentare gli accessi e tutelare l’ecosistema marino, limitando la pressione antropica sulla prateria. Il sistema, tuttora vigente, vieta l’ancoraggio libero e consente l’accesso controllato, condizioni essenziali per l’intervento di restauro ecologico. «Cala di Volpe e l’intero litorale di Arzachena sono aree di grande valore ambientale – dice il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda – un ecosistema delicato da proteggere in spiaggia così come nei fondali. La tutela della posidonia oceanica è un’azione concreta per preservare l’identità del territorio visto il suo ruolo di tutela dall’erosione costiera». Guidato da Giulia Ceccherelli del Dipartimento di scienze chimiche fisiche matematiche e naturali dell’Università di Sassari e coordinato sul piano tecnico da Stefano Acunto (Issd), il progetto si distingue per un approccio scientifico e sperimentale volto a individuare soluzioni replicabili per la riforestazione marina su larga scala.
La prima fase ha previsto la mappatura pre-intervento di circa 80 ettari di fondale. Poi la riforestazione marina: a oggi sono già state concluse le prime operazioni di trapianto su una superficie di 500 metri quadrati con l’installazione sul fondale di biostuoie in fibra di cocco e rete metallica, che ospitano 20 talee per metro quadrato. Quindi la fase di ricerca e il monitoraggio scientifico triennale da parte dell’Università di Sassari «Affiancare all’azione di riforestazione anche attività di ricerca scientifica permetterà di contribuire alle conoscenze attuali sulla riforestazione di posidonia», specifica Giulia Ceccherelli. Progetti di questa portata richiedono la partecipazione di aziende visionarie che credano in un futuro in cui progresso economico e tutela ambientale procedano insieme. Ne sono già esempi una realtà locale come Smeralda Holdign e una multinazionale come Pirelli.
«Da molti anni investiamo nella sostenibilità e nella tutela dell'ecosistema marino con azioni concrete, come l'installazione del campo boe a Cala di Volpe – così Mario Ferraro, ceo di Smeralda Holding – un progetto nato 20 anni fa, che ha rappresentato un primo passo nella tutela dei fondali e della posidonia, regolamentando l’accesso nella baia. Preservare e proteggere il territorio e il mare della Costa Smeralda è un nostro obiettivo prioritario, così come la ricerca di nuove forme e applicazioni di questo impegno e il progetto di riforestazione della posidonia, che abbiamo condiviso fin dall’inizio, ne è un esempio tangibile». Conclude Jan Pachner, segretario generale di One ocean foundation: «L’ampliamento del progetto Blue forest è un passo importante nel nostro percorso per la tutela degli ecosistemi marini e il riconoscimento del valore del capitale naturale blu. Intervenire con azioni di tutela e ripristino di praterie di posidonia significa tutelare la biodiversità e promuovere la salute dell’oceano, da cui dipende il nostro futuro».