Vetta vietata a Tavolara: la prima estate senza escursionisti
Olbia, le guide raccolgono oltre 1800 firme contro l’ordinanza del sindaco Nizzi
Olbia Tutti giù per terra. E quindi in spiaggia o al massimo al ristorante. Chi invece sogna di allacciarsi le scarpe da trekking per salire fino a quota 565 metri – e godersi il panorama seduto accanto alla madonnina – sappia che la sua escursione potrebbe anche concludersi con una multa. Perché per Tavolara, quella in corso, è la prima estate con l’affilata vetta di calcare dichiarata off limits. Ma a due mesi esatti dall’ordinanza del sindaco Settimo Nizzi, che aveva vietato le arrampicate sull’isola simbolo di Olbia perché considerate pericolose, la storia sembra essere tutt’altro che conclusa. Da una parte c’è dunque il primo cittadino, che tira dritto senza tentennamenti di alcun tipo, e dall’altra le guide ambientali escursionistiche, che hanno formato un comitato, raccolto 1.835 firme su Change.org, presentato un ricorso e scritto anche al prefetto. Ma, braccio di ferro a parte, negli ultimi due mesi è di conseguenza cambiato anche il modo di vivere l’isola. Basti pensare che erano più o meno 4.500 le persone, molte delle quali turisti, che raggiungevano ogni anno la cima di Tavolara, in solitaria o, nella maggior parte dei casi, al seguito di una guida. Tutto finito, almeno per ora. Ma la speranza, su più fronti, è che si trovi al più presto una soluzione in nome del turismo attivo e delle attività outdoor. E che si trovi quindi anche il modo per regolamentare una situazione che – effettivamente – negli anni non era mai stata né semplice né troppo chiara. Anzi. Il sentiero più battuto di Tavolara, per esempio, non è mai stato riconosciuto dalla rete regionale. È quindi privo di indicazioni e cartellonistica. In altre parole, ufficialmente non esiste. C’è da dire, poi, che gli escursionisti non sono mai stati accolti a braccia aperte dai proprietari di una parte dell’isola. Parla per tutti il caso di Massimo Putzu, guida olbiese e grande conoscitore di Tavolara che, due anni fa, era stato assolto dal giudice di pace dall’accusa di aver invaso arbitrariamente la proprietà privata della famiglia Marzano.
Il sindaco. La posizione di Nizzi è nota. Il sindaco l’aveva ribadita anche durante l’ultimo consiglio comunale, quando, attaccato dal Pd, aveva detto: «Se a Tavolara dovesse accadere qualcosa di grave, sarei io l’unico responsabile. Quando governerete voi, potrete fare quello che volete». Nizzi aveva spiegato che, in alcune parti del sentiero più battuto, si registra un elevatissimo rischio di frana. Poi, nella sua ordinanza, aveva anche scritto che a raggiungere la vetta sono spesso escursionisti inesperti e senza attrezzatura. Una mossa, la sua, che era arrivata all’indomani di un incidente avvenuto proprio sull’isola, quando, per il recupero di una escursionista con un trauma alla caviglia, era stato necessario un massiccio intervento da parte dei soccorritori. Inizialmente il sindaco Nizzi aveva vietato le arrampicate a Tavolara senza limiti di tempo. Alcuni giorni dopo, invece, aveva rivisto la sua prima ordinanza fissando come limite il 30 settembre. «Non abbiamo cambiato idea – aveva subito specificato –. C’era solo un piccolo errore in quella precedente. Per le ordinanze contingibili e urgenti, infatti, la legge prevede che debbano avere un termine temporale». Nell’ultima ordinanza, comunque, Settimo Nizzi aveva annunciato lo studio di un regolamento per disciplinare le future attività lungo i sentieri e le pareti dell’isola.
Le guide. Anche le guide riunite nel comitato Tavolara Libera, assistite dall’avvocata Edi Baldino, chiedono la regolamentazione delle attività per renderle innanzitutto più sicure. La distanza dal sindaco resta comunque chilometrica. Le guide chiedono infatti il ritiro dell’ordinanza (secondo loro sarebbe addirittura illegittima o comunque sproporzionata) e l’avvio di un confronto pubblico sulla questione. Vista la mancata risposta da parte di Nizzi, da poco le guide hanno scritto al prefetto. «Il rischio è generico e non contestualizzato – spiegano dal comitato –. Le frane segnalate non impediscono la pratica escursionistica. In tutta Italia attività simili vengono svolte in zone con analoghi livelli di rischio. Il divieto si basa su norme d’urgenza non adatte a regolamentare l’uso ordinario di un sentiero di montagna. A Tavolara gli incidenti sono pochissimi e riguardano escursionisti non accompagnati o privi di attrezzatura». Di conseguenza, oltre al ritiro dell’ordinanza, il comitato chiede di regolamentare l’accesso alla cima, migliorare la cartellonistica, promuovere l’uso delle attrezzature di sicurezza e la manutenzione lungo i tratti attrezzati per garantire un’escursione più sicura. Le guide evidenziano anche un altro punto: quello delle arrampicate. Il sindaco le ha vietate, ma in realtà il sentiero più frequentato (e in teoria adesso chiuso) arriva fino a quota 420 metri senza la necessità di indossare alcun tipo di imbrago. Solo successivamente bisogna percorrere un breve tratto di via ferrata, che – sottolineano ancora dal comitato – è una cosa ben diversa rispetto all’arrampicata vera e propria.