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Turismo e sanità

Olbia, al pronto soccorso più di 200 accessi al giorno

di Stefania Puorro
Olbia, al pronto soccorso più di 200 accessi al giorno

In aumento i feriti per incidenti stradali: più 30%. Preoccupano le sindromi da annegamento

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Olbia Oltre 200 accessi al giorno in questo avvio di agosto e fino a 100 pazienti contemporaneamente tra sala d’attesa e aree di trattamento: è il bilancio dell’estate al pronto soccorso del Giovanni Paolo II, dove la pressione sulle risorse umane si fa sentire ogni giorno. La carenza di infermieri è la criticità principale: nei turni più affollati, il personale infermieristico è spesso ridotto all’osso. Sul fronte medico e organizzativo, invece, la struttura ha retto l’impatto, grazie a un sistema potenziato che ha previsto l’integrazione con gli altri presidi della Gallura e l’adozione di protocolli operativi condivisi. «Rispetto allo stesso periodo del 2024 abbiamo avuto un incremento di circa 100 accessi – spiega Rosy Beretta, responsabile del pronto soccorso e della medicina d’urgenza –. A luglio la media era di 160-180 accessi al giorno, con il 40% di codici minori. Ma ormai anche nei mesi invernali la media quotidiana supera i 100 accessi».

I numeri. Tra il 1° giugno e il 31 luglio 2025, si sono registrati 8.566 accessi, contro gli 8.481 dello stesso periodo dello scorso anno. «L’ondata turistica ha comportato un aumento rilevante dei traumi, soprattutto stradali, cresciuti del 20-30% rispetto agli anni precedenti e molti casi – prosegue Beretta – richiedono un intervento di stabilizzazione a Olbia e un successivo trasferimento verso i Dea di II livello di Sassari o Cagliari, già in difficoltà. A preoccupare sono anche i traumatismi pediatrici e le sindromi da annegamento: circa 50 i casi registrati dall’inizio dell’estate, con quadri clinici di varia gravità». Al pronto soccorso di Olbia operano quattro medici per turno, uno dei quali sempre strutturato con funzione di coordinamento, oltre a un quinto medico dedicato esclusivamente ai codici minori. Una misura che, almeno in parte, ha colmato il vuoto lasciato dalle guardie turistiche, attivate solo a partire dal 20 luglio. Le difficoltà maggiori, tuttavia, restano quelle legate al personale infermieristico. «Dovremmo avere 5 infermieri per turno – denuncia Beretta – ma spesso sono solo in tre, anche con più di 100 pazienti di cui occuparsi. È una situazione che pesa enormemente, anche perché manca un servizio dedicato ai trasferimenti, e il sistema di soccorso territoriale è anch’esso in grande sofferenza». Le assunzioni attese dalla graduatoria concorsuale Ares dovrebbero portare alcune unità, ma saranno comunque insufficienti a coprire il fabbisogno reale.

L’ampliamento. Intanto proseguono senza sosta i lavori di ampliamento del pronto soccorso che, partiti a marzo, dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo padiglione da 600 metri quadri, in continuità con la struttura esistente. Al suo interno troveranno posto una sala pre-triage collegata direttamente alla sala d’attesa, nuove aree di osservazione e monitoraggio, spazi per l’installazione di una Tac e servizi igienici dedicati ai pazienti, separati da quelli riservati al personale. Il progetto è stato pensato per migliorare la gestione dei flussi, accorciare i tempi di attesa per i codici meno gravi e alleggerire la pressione sulle aree di trattamento già operative. Il cantiere, affidato all’impresa Edil Fabaria di Agrigento, è entrato nella fase esecutiva cinque mesi fa, dopo la predisposizione del nuovo percorso per le ambulanze. Il cronoprogramma prevede una durata complessiva dei lavori di circa 300 giorni, con chiusura prevista entro novembre 2025. Il finanziamento ammonta a circa 2,3 milioni di euro e il progetto include anche la possibilità di una futura sopraelevazione per ulteriori sviluppi strutturali. Ma al di là dei lavori e dei progetti, resta il nodo degli infermieri. «Nonostante tutto – conclude la Beretta – il servizio continua, nessuno si tira indietro. Ma è evidente che così non possiamo andare avanti ancora a lungo».

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