Delitto di Buddusò, c’è una pista: nei video le immagini del killer
Le telecamere hanno ripreso gli spostamenti dell’assassino e il suo aspetto fisico
Buddusò Quattro colpi di pistola dritti al petto. Un’esecuzione in piena regola che non poteva fallire. Marco Pusceddu non doveva sopravvivere e il suo assassino ha fatto in modo che il piano andasse a buon fine. Ha sparato quando il 51enne era di fronte a lui: impossibile sbagliare. Vietato sbagliare.
L’autopsia eseguita ieri pomeriggio a Sassari dal medico legale Francesco Serra ha sostanzialmente confermato la ricostruzione della prima ora sull’omicidio del soccorritore del 118 (originario di Portoscuso) ucciso il 7 agosto nella sede Intervol di Buddusò: quattro colpi di pistola in direzione di organi vitali, un delitto premeditato con un movente che – stando all’inchiesta condotta sul campo dai carabinieri di Sassari e Ozieri e coordinata dal sostituto procuratore Elisa Succu – troverebbe origine nel passato della vittima. Una pista che gli inquirenti prediligono ma che in ogni caso – almeno per ora – non può escludere la possibilità che Marco Pusceddu sia rimasto coinvolto in eventi più recenti.
C’è di più. Perché i carabinieri avrebbero già acquisito le registrazioni di numerosi impianti di videosorveglianza che potrebbero aver ripreso non solo gli spostamenti del killer, prima e dopo l’agguato, ma anche dettagli importanti sul suo aspetto fisico. Fotogrammi che il personale specializzato dell’Arma sta analizzando con scrupolo e che già nelle prossime ore potrebbero rivelare indizi molto utili e in grado di dare una svolta significativa alle indagini.
Che quello di via Pietro Nenni sia stato – per dinamica – un delitto “non comune” nell’isola è una certezza degli investigatori. L’assassino si è presentato giovedì 7 agosto alle 23 nella sede dell’associazione Intervol. Ha chiamato la vittima urlando il suo nome e il suo cognome, non aveva il volto coperto da un passamontagna, pare indossasse solo un cappuccio. Questo fa immaginare che per lui non fosse un problema il fatto che i colleghi del 51enne potessero vederlo in faccia. Né che qualcuno per strada potesse assistere all’omicidio e fornire un identikit alle forze dell’ordine. Dettagli che fanno avanzare un’altra ipotesi investigativa: si è trattato di un delitto su commissione? Chi voleva la morte di Marco Pusceddu ha incaricato un professionista per eseguire il compito? Se così fosse si spiegherebbero la “disinvoltura” e la temerarietà con le quali il killer ha agito.
Sul movente restano ancora punti bui. Gli inquirenti, tra l’altro, stanno lavorando sulla misteriosa aggressione che il soccorritore del 118 aveva subìto qualche mese fa in una piazzola di sosta di una strada provinciale fra Cortoghiana e Portoscuso e che gli era costata un lungo ricovero in ospedale e diversi interventi chirurgici. Chi lo odiava a tal punto da ridurlo in fin di vita?
I carabinieri stanno poi cercando di capire – sempre attraverso l’analisi delle telecamere – se quel 7 agosto a Buddusò ci fosse anche un’altra persona. Un complice al volante dell’auto con la quale l’assassino si è allontanato da via Nenni e dal paese.
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