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Autopsia su Gianpaolo Demartis, il taser non sarebbe la causa della morte

Autopsia su Gianpaolo Demartis, il taser non sarebbe la causa della morte

Olbia, prime indiscrezioni sugli accertamenti sul corpo dell’uomo di 57 anni. Confermati i problemi cardiaci

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Olbia La morte di Gianpaolo Demartis non sembrerebbe collegata all’uso del taser. Si tratta delle prime indiscrezioni emerse dall’autopsia eseguita oggi 21 agosto sul corpo del 57enne, ma ci vorranno 60 giorni di tempo per completare tutti gli accertamenti medico legali chiesti dalla Procura di Tempio per fare chiarezza sulle cause del decesso dell’uomo, originario di Bultei, stroncato da un arresto cardiaco dopo essere stato colpito dal taser nel corso di un intervento dei carabinieri in via San Michele, alla periferia a Olbia, dove l’uomo era andato in escandescenze. L’autopsia ha accertato i problemi cardiaci di Demartis. L’uomo sarebbe stato colpito due volte dagli impulsi elettrici sparati dal taser. E la ferita che aveva sulla fronte non sarebbe riconducibile a un’aggressione. L’autopsia, disposta dal procuratore Gregorio Capasso, è stata eseguita dal medico legale Salvatore Lorenzoni. All’esame autoptico era presente il consulente di parte, il medico legale Francesco Serra, nominato dai due carabinieri coinvolti nella vicenda, che sono stati indagati per omicidio colposo, e che sono difesi dall’avvocata Maria Paola Marro, legale di riferimento del Sic, il sindacato indipendente carabinieri, che sta assicurando l’assistenza legali ai due militari.

Nessun consulente di parte è stato, invece, nominato dai familiari di Gianpaolo Demartis, assistiti dall’avvocato Marco Manca, in linea con quanto dichiarato nei giorni scorsi. «Riponiamo massima fiducia nell’operato della magistratura», avevano detto. Tra i vari accertamenti previsti, anche quelli  tossicologici per stabilire se avesse fatto uso di sostanze stupefacenti. Al termine dell’autopsia, il segretario generale Luigi Pettineo ha diffuso una nota stampa. «L’esame autoptico si è svolto nella giornata odierna. Come previsto dalla procedura, si è in attesa degli esiti degli accertamenti tossicologici.

La complessità del caso e il quadro clinico complessivo hanno portato i periti a fissare in 60 giorni il termine per il deposito delle risultanze medico-legali. Il Sic rileva che, a livello internazionale, i casi di decesso correlati in modo certo all’utilizzo del taser risultano estremamente isolati e circoscritti. In ogni caso, continuiamo a ritenere che i colleghi abbiano agito nella maniera corretta, applicando e rispettando pienamente il protocollo operativo previsto per l’impiego del taser. Da questo punto di vista siamo sereni e fiduciosi». (t.s.)

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