La Maddalena e i divieti del Parco, il comparto Nautico: «Serve un bilanciamento tra doveri e diritti»
Lungo intervento dell’associazione nata cinque anni fa: «La nostra battaglia per tutta la comunità isolana»
La Maddalena A cinque anni dalla nascita l’associazione comparto nautico di La Maddalena fa il punto sugli anni di battaglie, chiarisce alcune posizioni e ribadisce la sua missione: lottare per i diritti di tutti i maddalenini «che siano operatori nautici, operatori commerciali, imprenditori o semplici cittadini». Impegnata su alcuni fronti aperti, come l’ottenimento della quota di riserva per il noleggio e locazione del 75% per gli operatori locali prevista dalla legge, la presidente Michela Aversano sottolinea: «La nostra non è solo una associazione apartitica, ma soprattutto non ha mai avuto e non ha padrini e madrine politici né locali, né regionali tanto meno nazionali». Da sempre aperta al dialogo «dalla nascita dell’Associazione, durante il periodo del lockdown a oggi, sono trascorsi cinque anni, durante i quali la logica del più forte ha marcato la scena: la nostra associazione ha affrontato il mare di problemi senza padrini o madrine, contando solo sulle proprie risorse. Se guardiamo a questo lustro appena trascorso, possiamo affermare, senza timore di smentita di aver incontrato, in un’ottica di leale collaborazione, tutte le Pubbliche amministrazioni che, nelle loro rispettive competenze, governano e incidono questo territorio; il tutto senza chiedere e/o pretendere favoritismi, senza mire di voler affondare gli altri ma solo al fine di tutelare i nostri diritti: quelli di chi l’insularità la vive, la ama e la subisce. È capitato, alle volte, che le visioni coincidessero e che le interpretazioni giuridiche convergessero, altre volte ci siamo dovuti rivolgere ai giudici». Come nel caso del disciplinare 2022 impugnato da un’associazione di operatori non maddalenini e dal comune di Arzachena. «Nel 2022, quando la carica direttore facente funzioni, dell’ente Parco nazionale dell’Arcipelago è stata ricoperta da Yuri Donno, è stato approvato, con il placet del Ministero per l’Ambiente, un disciplinare unico che ha regolamentato le attività di noleggio ei di locazione – prosegue Aversano -. Tale provvedimento fece convergere le doverose prescrizioni per la tutela ambientale insieme al rispetto dei lavoratori maddalenini del settore nautico, riuscendo in un’opera miliare di esatto bilanciamento di interessi pubblici e di interessi privati nel solco di un granitico rispetto delle leggi e dei regolamenti in materia. Il Disciplinare 2022 aveva come anima che lo informava l’obiettivo di evitare l’assalto alle bellezze del nostro Arcipelago, stabilendo regole idonee per preservarle da una eccessiva pressione antropica, alle volte irregolare, svolta per il tramite di unità da diporto. Tutto questo, però, ha incontrato la contrarietà di altri operatori del settore, non maddalenini, che, erroneamente, hanno ritenuto che fossero stati lesi i loro diritti e fosse stato loro tolto parte del mercato: a modesto parere della scrivente ciò non è accaduto né mai l’intenzione della nostra associazione è stata quella di ledere alcuno; l’interesse da sempre perorato è quello di vedere riconosciuti e applicati i diritti che spettano alla comunità isolana, in generale, in virtù delle limitazioni e dei pesi, territoriali e normativi, che, oggettivamente, essa vive tutti i giorni dell’anno (non solo nel periodo estivo). La contrarietà è stata così profonda che le imprese non residenti, costituite in una loro associazione, hanno deciso di impugnare — scelta per carità legittima — davanti alla magistratura amministrativa il Disciplinare del 2022 instaurando un processo nel quale è intervenuto anche il comune di Arzachena».
L’associazione Comparto nautico ricorda poi cosa successe nel 2023. «La storia è composta di fatti e questi si possono raccontare. Nel 2023, nel mentre la carica del direttore dell’ente Parco nazionale di La Maddalena era stata assunta dal Giulio Plastina e la carica di presidente, seppur in scadenza di mandato, era ricoperta da Fabrizio Fonnesu, vennero emanati due nuovi Disciplinari: uno per il noleggio e uno per la locazione; in quest’ultimo, in particolare, venne eliminato il riferimento alla quota “di riserva” in favore delle imprese maddalenine del 75%. La nostra associazione, da sola ma sempre nel pieno rispetto delle regole, è dovuta ricorrere alla magistratura e, dopo una prima battuta di arresto presso il Tar di Cagliari, si è rivolta al Consiglio di Stato; a tutt’oggi, si attende l’esito del processo per sapere se i nuovi Disciplinari del 2023 siano legittimi o meno». L’associazione del Comparto Nautico di La Maddalena ritiene, tra l'altro, «che la normativa del 1996, nel prevedere una ripartizione delle autorizzazioni tra le imprese locali e quelle non residenti, rispettivamente pari al 75% in favore dei primi e al 25% per i restanti operatori, abbia omesso l’inclusione della “locazione”: solo con il Codice della nautica da Diporto, nel 2005, si è avuta una vera e chiara distinzione tra le varie attività commerciali (molto spesso si usa, infatti, indistintamente la parola “noleggio” come sinonimo di “locazione”). In ogni caso, al netto delle questioni terminologiche e delle interpretazioni nomofilattiche, che appassionano più i giuristi che tutti gli altri, è un dato, si ribadisce, oggettivo che solo chi vive e lavora nell’arcipelago di La Maddalena è l’unico destinatario di effettivi divieti, imposizioni, prescrizioni, normazioni, precisazioni che informano la propria esistenza, personale e professionale. È un dato oggettivo che, per l’interesse nazionale di tutti alla tutela dell’ambiente (che, per inciso, siamo i primi a difendere), solo i maddalenini sono i soggetti che hanno i pesi da sopportare, solo noi e nessun altro. Quindi riteniamo giusto che la nostra collettività sappia che la battaglia che stiamo conducendo, senza padrini e madrine, è una battaglia per tutti, per i diritti di tutti i maddalenini, che siano operatori nautici, operatori commerciali, imprenditori o semplici cittadini. Noi vogliamo e pretendiamo che ci venga riconosciuto da chi di competenza, a livello regionale e nazionale, un equo bilanciamento a fronte di un peso costante che, dalla mattina quando ci svegliamo alla sera quando ci addormentiamo, vive con noi come un socio indesiderato».