Tra “geniale” ed “è solo marketing”, Cossoine bianco non piace a tutti
Fa discutere l’idea di ridipingere le facciate per combattere lo spopolamento
Cossoine L’idea è tanto geniale quanto folle: “Cossoine Bianca”, come i “Pueblos Blancos dell’Andalusia”. A lanciarla è stato Antonio Sassu, detto Lello, pensiero fervido ed effervescente, non nuovo a proposte di rottura per risollevare le sorti del paese. Qualche anno fa La Nuova Sardegna si occupò della sua idea di vendere le case di Cossoine sul mercato inglese e irlandese. Con una lettera aperta ai cittadini e agli amministratori comunali, Antonio Sassu spiega il senso della proposta.
«Il progetto “Cossoine Bianca” - si legge – nasce con l’ambizione di trasformare il nostro paese in un luogo riconoscibile, luminoso e pieno di significato. Ispirato ai Pueblos Blancos dell’Andalusia, questo intervento non è solo estetico, ma strategico: vuole valorizzare ciò che già esiste, promuovere l’identità locale e stimolare l’economia del Meilogu e del Logudoro». In poche parole, tutte le facciate delle case andrebbero dipinte di bianco, con calce naturale. «Il bianco – precisa – serve a uniformare, a riflettere luce, a diventare “marchio visivo”. Su questo fondo chiaro, i murales di Cossoine (già noti e apprezzati) risalterebbero come opere d’arte: un museo a cielo aperto. La posizione di Cossoine lungo la SS 131 offre inoltre visibilità naturale: il paese diventerebbe riconoscibile da lontano, incuriosendo turisti e viaggiatori».
Sassu fornisce anche informazioni a sostegno della sua proposta. L’attuazione del progetto, per esempio, richiederebbe appena 310mila euro. E poi parla di fonti di finanziamento e di impatti economici sul territorio, benchè citi la fonte che li ha elaborati, ma che si concretizzerebbero in diversi aumenti. Per il turismo culturale e l’accoglienza del 40%; per la ristorazione e prodotti locali del 35%, per l’artigianato e la manodopera edile del 30%, per i servizi culturali e le guide turistiche del 50%, per valore degli immobili e affitti brevi del 25% e, infine, per l’ immagine e la promozione territoriale del 60%.
L’dea impazza sui social da qualche giorno e oltre alle migliaia di visualizzazioni, ha raccolto anche molti consensi. «Sarebbe bellissimo, fatelo quanto prima», è una delle prime entusiastiche adesioni. «Una meraviglia, con tante piante e le strade sempre pulite», scrive un’altra. E ancora: «Geniale! È meravigliosa. Sarebbe un sogno se diventasse così». Ma emergono anche perplessità e forti dubbi, sia nei social che nelle conversazioni fra le persone di una certa età. “E i vincoli paesaggistici? – scrive qualcuno – ci sono norme che impediscono di snaturare completamente un borgo». «Io non capisco – scrive un altro – si fanno le lotte per recuperare e ristrutturare i paesi, i borghi di una volta, poi copiando altri paesi dipingiamo tutto di bianco!». Altri dicono che i “paesi bianchi” nascono da esigenze climatiche e storiche ben precise – il gran caldo, la presenza degli arabi – che nulla hanno a che fare con Cossoine, per cui si tratterebbe di una mera operazione di marketing, che snaturerebbe completamente la storia e l’identità del paese, per vendere un prodotto fasullo, un paese di cartapesta avulso dalle sue peculiarità e dalla sua memoria. Con l'aggravante che i suoi abitanti diventerebbero comparse, interpreti loro malgrado di una storia che non gli appartiene.