Olbia Un nuovo e lungo accertamento tecnico, cominciato alle 9 del mattino di oggi, 5 settembre, e proseguito fino a tarda sera, ha interessato il lussuoso motoscafo d’alto mare di 17 metri, ormeggiato a Portisco, a bordo del quale l’8 agosto scorso è stato trovato privo di vita Giovanni Marchionni, lo skipper 21enne di Bacoli. Oggi per la terza volta nel giro di tre settimane, il consulente nominato dalla Procura di Tempio, l’ingegnere Giuseppe Salvatore Mangano, è salito nuovamente sull’imbarcazione per eseguire ulteriori verifiche disposte dal pubblico ministero Milena Aucone sul funzionamento delle batterie del motoscafo. A bordo, anche i consulenti nominati dalle parti e gli avvocati. Si cercavano tracce di gas tossici – monossido di carbonio e acido solfidrico – che potrebbero aver ucciso il ragazzo. Ma sulle cause della sua morte, neppure oggi è arrivata una risposta certa.
Perché la presenza di monossido di carbonio rilevata nella verifica eseguita la settimana scorsa non è stata confermata. Anzi, è stata esclusa. Così come non è stata rilevata neppure presenza di acido solfidrico. In pratica, sono stati ripetuti gli esami della volta precedente, ma con strumentazioni più specifiche. Il risultato dopo le rilevazioni di oggi è che quello che era stato caratterizzato come monossido di carbonio era in realtà il dato dell’idrogeno. In sostanza un falso positivo. Allo stato attuale, dunque, non è emersa nessuna traccia né di monossido di carbonio, né di acido solfidrico. La cartina di tornasole sarà un ulteriore accertamento che sarà eseguito nei prossimi giorni: si è provveduto, infatti, a campionare l’aria che è stata messa in alcune sacche che sono state inviate in laboratorio.
Un’altra importante risposta dovrebbe arrivare dagli esami tossicologici per i quali, però, bisognerà ancora attendere. L’incarico al consulente è stato affidato nei giorni scorsi. L’autopsia eseguita sul corpo dello skipper non aveva infatti fornito risposte definitive sulle cause del decesso. Dunque, il giallo sulla morte del 21enne di Bacoli continua. Con inevitabile battaglia tra i consulenti di parte, presenti alle verifiche a bordo, insieme ai legali: l’avvocato Gabriele Satta che assiste la famiglia della giovane vittima insieme al collega Maurizio Capozzo, e Giampaolo Murrighile che insieme a Sebastiano Giaquinto, rappresenta la proprietaria del motoscafo, Annalaura di Luggo, manager e consigliere delegato del cantiere Fiart Mare di Bacoli, uno dei più importanti d’Italia. La donna, che al momento non risulta indagata, è armatore e costruttore del motoscafo. Il lavoro del consulente nominato dalla Procura proseguirà, dunque, con ulteriori accertamenti. Ha chiesto 90 giorni di tempo per rispondere a tutti i quesiti del pubblico ministero e depositare la relazione finale. Il fascicolo aperto dalla Procura di Tempio per omicidio colposo è ancora a carico di ignoti. Ma i magistrati galluresi indagano anche su un altro fronte: quello lavorativo. Sono state sentite una decina di persone che avrebbero confermato che Giovanni Marchionni, fresco di patente nautica, lavorava nel cantiere di Bacoli. Sono in corso accertamenti per stabilire che tipo di rapporto di lavoro c’era tra lo skipper e l’armatrice dello yacht. Materia sulla quale sta svolgendo verifiche anche l’Inail.