Spunta una seconda fidanzata per l’assassino di Cinzia Pinna
Due mesi fa la morte della 33enne di Castelsardo uccisa da Emanuele Ragnedda con tre colpi di pistola al viso
Palau Non una ma due fidanzate. Donne che frequentava quotidianamente: con una, la 41enne di Palau, i rapporti erano più datati, con l’altra, Rosamaria Elvo, più recenti. Ma oltre a loro, Emanuele Ragnedda, aveva anche altre amiche che ruotavano attorno alla sua vita sopra le righe. Nella notte tra l’11 e il 12 settembre, quando fa salire sulla sua Jeep Compass Cinzia Pinna, forse pensa di trascorrere con lei una serata come tante altre, tra alcol, cocaina e sesso. Ma nella tenuta di Conca Entosa, epicentro di tanti festini, quell’incontro finisce nel sangue, in uno dei delitti più efferati commessi in Gallura. Tre colpi di pistola – sparati, forse, in seguito al rifiuto della ragazza a un rapporto sessuale – sfregiano il viso della 33enne di Castelsardo e il suo corpo viene nascosto tra rovi e vegetazione nella tenuta e lì rimane per 12 giorni, fino a quando il suo assassino decide di confessare l’omicidio e di indicare agli inquirenti il punto dove l’aveva abbandonato. Da quel giorno, sono trascorsi esattamente due mesi.
L’ultima novità nelle indagini sul delitto di Conca Entosa, è emersa in questi giorni col sequestro del cellulare della 41enne di Palau, sebbene il provvedimento eseguito dai carabinieri risalga al 18 ottobre scorso. Lei non è un’amica qualsiasi di Ragnedda: è la donna che frequentava da alcuni anni e quotidianamente. Erano insieme anche la notte dell’11 settembre, prima dell’omicidio. Ragnedda, una volta andato via da casa della fidanzata aveva incontrato per strada Cinzia Pinna. L’aveva fatta salire in macchina ed erano andati a Conca Entosa. La 41enne non è indagata. È stata già sentita nel corso delle indagini come persona informata sui fatti, fornendo elementi utili alla ricostruzione della serata. I due si sarebbero visti prima dell’omicidio, e ci sarebbero stati contatti tra loro nelle ore successive al delitto. La donna avrebbe anche fornito delle immagini che riprendono Ragnedda, scattate dal suo cellulare nella giornata dell’11 settembre.
I magistrati galluresi – le indagini sono coordinate dal procuratore Gregorio Capasso e dalla sostituta Noemi Mancini – ritengono che dall’esame della memoria del telefono possano emergere elementi utili alle indagini: immagini o conversazioni che consentano di ricostruire la dinamica dell’omicidio, o di fare chiarezza su cosa sia accaduto immediatamente dopo, e su chi possa aver aiutato Ragnedda a cancellare le tracce del sangue di Cinzia Pinna dallo stazzo e far sparire alcuni suoi effetti personali, mai ritrovati. I nuovi elementi sarebbero emersi anche grazie all’attività svolta dall’avvocato Francesco Furnari, difensore di Rosamaria Elvo, l’altra donna che Ragnedda frequentava abitualmente, ma da meno tempo. È indagata per favoreggiamento. La donna si è sempre dichiarata estranea alla vicenda e completamente all’oscuro dell’omicidio commesso dal compagno. Agli inquirenti aveva detto di essere andata a Conca Entosa la mattina del 12 settembre ma di non aver sicuramente visto la scena di un delitto. Dal suo cellulare, l’imprenditore di Arzachena aveva telefonato al negozio di arredamenti per acquistare un divano nuovo, dopo il maldestro tentativo dell’uomo di ripulirlo dal sangue di Cinzia. Lui avrebbe giustificato con la Elvo l’acquisto sostenendo che l’altro divano era sporco di sangue perché era entrato un cane e gli aveva sparato. Circostanza dichiarata agli inquirenti.
La Elvo era a Conca Entosa quando il divano era arrivato poco dopo l’ordine, ed era stato sistemato in casa da Ragnedda e dalla persona che lo aveva portato. La sua presenza sarebbe stata confermata anche da un testimone che aveva visto all’interno dello stazzo la donna e un altro giovane (che non è indagato e non ha alcun ruolo nella vicenda). La prossima settimana i carabinieri del Ris di Cagliari daranno inizio agli accertamenti sul cellulare della 41enne di Palau e sugli altri telefoni sequestrati agli indagati. (t.s.)
