Olbia, Ostetricia e Pediatria in affanno: la soluzione passa per l’università di Sassari
L’assessore regionale Bartolazzi in Consiglio: convenzione per rilanciare i reparti e coprire i turni
Olbia La soluzione per garantire l’operatività delle unità di Ostetricia e Ginecologia e di Pediatria del San Giovanni Paolo II potrebbe passare per un intervento dell’Università di Sassari. Ne è convinto l’assessore regionale alla sanità Armando Bartolazzi, che oggi, 26 novembre, in Consiglio ha risposto a una mozione a prima firma Angelo Cocciu (FI). Il capogruppo azzurro, pur ribadendo di non voler trasformare il tema in un attacco politico all’assessorato, ha richiamato l’attenzione sulla «grave crisi sanitaria che colpisce Olbia e l’intera Gallura», entrando nel dettaglio delle criticità dell’ospedale. In particolare, ha segnalato la carenza di pediatri – soltanto tre in servizio – che rischierebbe di portare alla chiusura dell’unico punto nascita della Provincia, con pesanti disagi per famiglie e operatori. «Quest’anno il punto nascita dovrebbe avere circa 750 parti – ha ricordato – ma purtroppo si contano circa 75 trasferimenti ospedalieri e si ha notizia che altre 150 donne abbiano partorito in altri centri». Cocciu ha poi denunciato la fuga di specialisti, l’assenza di primari di ruolo, l’aumento dei trasferimenti verso altri ospedali e la mancata riattivazione dell’analgesia del parto, ferma dal 2022.
La mozione impegnava la presidente della Regione, d’intesa con la Asl Gallura, a predisporre entro sessanta giorni un piano straordinario per: garantire la copertura H24 del reparto di Pediatria attraverso l’immediato reclutamento di specialisti; attivare comandi temporanei o distacchi incentivati fino alle assunzioni a tempo indeterminato; bandire con urgenza i concorsi per i primariati delle unità operative di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia, con priorità per Olbia; ripristinare la dotazione di posti letto riportandola almeno ai livelli precedenti al 2018; riattivare l’analgesia del parto grazie all’assegnazione stabile di anestesisti e alla creazione di turni dedicati; avviare un monitoraggio trimestrale su reparti e personale, con relazione al consiglio regionale; e prevedere incentivi economici e logistici per gli specialisti che accettino la sede di Olbia, come indennità di disagio, alloggi temporanei e contributi per la mobilità. Sul testo non sono mancati interventi di sostegno sia dalla maggioranza (Li Gioi, M5s) sia dall’opposizione (Usai, FdI).
Nella replica, Bartolazzi ha indicato come strada da percorrere «un accordo con l’Università di Sassari per ampliare la rete formativa inglobando anche altre strutture sanitarie e territoriali». L’assessore ha spiegato che in questo modo il problema della Pediatria «sarebbe risolto, perché l’Università acquisirebbe posti letto e potrebbe attivare le scuole di specializzazione che oggi non ha, non disponendo di un’attività clinica sufficiente. Finora – ha aggiunto –, si è lavorato incentivando il personale con prestazioni aggiuntive e tentando , senza risultati, di reperire pediatri libero-professionisti da altre aziende sanitarie. Una situazione analoga riguarda gli anestesisti: «Sono 20 sui 29 previsti, ma la situazione può essere tenuta sotto controllo con le prestazioni aggiuntive. L’Aou di Sassari ha oltre 100 anestesisti: una convenzione potrebbe garantire i due turni H24 necessari. Se l’ospedale di Olbia entrasse nella rete formativa universitaria, tutto questo sarebbe automatico». Dopo la controreplica di Cocciu, che si è dichiarato soddisfatto delle risposte fornite, la mozione è stata approvata all’unanimità dall’aula. (g.cen.)
