Olbia, tra riqualificazione e allagamenti: i due volti del rione San Simplicio
Strade tre volte sott’acqua in due mesi. I cittadini: «Intervenite»
Olbia Il quartiere fatto di case basse che ruota attorno alla basilica sembra viaggiare a due velocità. Da una parte l’eleganza delle abitazioni ristrutturate, i nuovi b&b e i lavori di riqualificazione appena avviati dal Comune, dall’altra il degrado che si concentra negli angoli di sempre e le strade che finiscono sott’acqua appena il cielo scarica qualche millimetro di pioggia in più. Il rione di San Simplicio, soprattutto nell’area compresa tra le vie Vittorio Veneto e Brigata Sassari, sogna di lasciarsi alle spalle lo status di quartiere più problematico della città. Alcune cose sono migliorate e altre cambieranno in meglio nel giro di qualche tempo, anche se risulta difficile credere nella rinascita quando, per esempio, si vive con la paura della pioggia. Risparmiato dalla devastazione dell’alluvione del 2013, il rione è adesso quello che si allaga di più. È successo tre volte in poco più di due mesi, l’ultima a Santo Stefano: strade trasformate in fiumi e case al piano terra con l’acqua alla porta o direttamente in salotto. Sui social le segnalazioni non si contano e così, adesso, c’è chi sta anche pensando di ricostituire il comitato di quartiere per cercare di aprire un canale di dialogo con l’amministrazione comunale.
Vecchi problemi
Sono numerose le persone che, negli ultimi anni, hanno deciso di acquistare casa a San Simplicio. Maurizio Deiana è uno di loro. «Purtroppo, però, ho dovuto fare i conti con problematiche non di poco conto – spiega –. Ed è un vero peccato. Nel quartiere si registra un bel turnover di residenti. Sono state acquistate molte case, soprattutto da parte di giovani, e sono nate anche diverse strutture ricettive. Stiamo parlando di un quartiere con molte potenzialità. Si trova a due passi dal centro storico e ospita sia il monumento più importante della città che la nuova stazione ferroviaria. Anche per questo non può restare senza infrastrutture». Il riferimento è soprattutto alla questione allagamenti, che sarebbero causati da un sistema di condotte di scolo delle acque bianche del tutto inadeguato. «Alcuni tombini sono crollati e altri sono collegati alla fogna, quando dovrebbero invece essere separati – spiega Deiana –. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ogni volta che piove, i più fortunati come me restano “sequestrati in casa”. Siamo costretti a utilizzare gli stivali di gomma per entrare nelle nostre abitazioni. Altri cittadini, invece, si ritrovano con l’acqua direttamente dentro casa. È inaccettabile. Per questo chiediamo all’amministrazione se esiste o meno un programma di interventi strutturali per risolvere la situazione. So bene che certi lavori non si realizzano dall’oggi al domani, ma l’importante è che prima o poi si facciano». Acqua a parte, a San Simplicio continuano a ritagliarsi i loro spazi anche gli altri problemi di sempre, come quello legato alla sicurezza. «Ma c’è anche quello dei rifiuti – aggiunge Deiana –. La Tari è aumentata e ciò che paghiamo non corrisponde certamente al servizio che noi cittadini riceviamo».
Prove di cambiamento
In attesa che qualcosa cambi dal punto di vista degli allagamenti, la speranza è che il progetto Pinqua del Comune contribuisca a cancellare i non pochi residui di degrado dalla faccia del quartiere. Il piano è ambizioso e coinvolge anche la vicina zona Orgosoleddu. Per quanto riguarda San Simplicio, il Comune ha messo nel mirino diversi ruderi abbandonati e li ha espropriati. Alcuni saranno demoliti per fare posto a piccoli giardini di quartiere, altri, invece, saranno ristrutturati e destinati all’edilizia sociale. I lavori sono partiti nelle scorse settimane, così come sono iniziati anche quelli nel vicinissimo ex palazzo delle ferrovie. Lo stabile, abbandonato da decenni, sarà totalmente riqualificato e infine trasformato nella casa dello studente del polo universitario olbiese.
