La Nuova Sardegna

Sulla mobilità elettrica siamo in ritardo

Antonio Saba *
Sulla mobilità elettrica siamo in ritardo

23 ottobre 2019
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Recenti ricerche hanno stabilito che l’automobile alimentata a metano consente un risparmio del 54% sul carburante rispetto a una con motore diesel e del 62% rispetto a un modello a benzina. In più, le auto a metano godono di altri vantaggi: possono ad esempio usufruire dell’esenzione dal bollo e circolare all’interno delle zone cittadine dove è previsto il traffico limitato.

Ciononostante le norme via via più stringenti per abbattere le emissioni dei veicoli hanno acceso di recente la discussione sull’inquinamento prodotto anche dalle auto a metano, sempre più diffuse, se si esclude la Sardegna che è tuttora priva di questa fonte energetica primaria. Si moltiplicano a tal riguardo rapporti del tipo di quello redatto dalla Ong Transport & Environment, secondo cui la combustione del metano nei motori è dannosa per il clima quanto lo sono quella della benzina o del gasolio. In effetti è scientificamente dimostrato che la sostituzione del gasolio con il metano nel settore dei trasporti, forse l’ultima carta vincente in mano alle compagnie dei combustibili fossili, non è vantaggiosa per il clima, essendo lo stesso metano un forte gas-serra e le inevitabili perdite lungo la filiera che porta alla sua utilizzazione non sono trascurabili (oltre il 3%).

Non è vantaggiosa neppure per la salute dell’uomo considerato che il particolato prodotto dalla combustione di questo gas è, come massa, inferiore a quello prodotto dal gasolio, ma è costituito da un numero superiore di particelle più piccole, potenzialmente più pericolose per la salute. Il futuro è certo dei motori elettrici, che, non rilasciando anidride carbonica o altro, non producono emissioni, sono quattro volte più efficienti dei motori a combustione interna e, data la loro semplicità, sono molto più facili da riparare e da mantenere. Va considerato però che il veicolo elettrico ha necessità di poche attività tradizionali, e, nonostante questo grande vantaggio, la transizione ai veicoli elettrici sta registrando notevoli rallentamenti ed opposizioni sociali a causa della scomparsa di almeno il 25% di specialità anche indotte, con la conseguente perdita dei corrispondenti posti di lavoro. In compenso l’attività di ricerca e sviluppo per ridurre il peso e l’ingombro delle batterie, migliorarne i processi di ricarica nelle reti, l’efficienza, la sostituzione, il riciclo e la sicurezza dovrebbe consentire un graduale recupero dei posti di lavoro persi.

La transizione che stiamo vivendo è caratterizzata in massima parte dall’auto ibrida e nei centri di molte città è da tempo escluso il traffico di alcuni vecchi modelli d’auto soprattutto diesel. Nel campo dei motori marini l’utilizzo del metano è in forte crescita, sarebbe peraltro auspicabile un maggior incremento dei motori elettrici in quanto si stima che l’anidride carbonica generata da una nave porta-container dotata di propulsori a combustione sia paragonabile a quella di 75.000 automobili. Non dimentichiamo che l’Italia occupa il 27° posto nel mondo per l’inquinamento causato dai trasporti su gomma e marini. In ba se agli accordi di Parigi, entro pochi anni la maggior parte delle riserve di combustibili fossili dovrà rimanere nel sottosuolo, conseguentemente le grandi compagnie, dopo un secolo di dominio incontrastato nel mondo dell’energia, dovranno gradualmente riconvertirsi o saranno destinate a scomparire.

La Sardegna, con il vantaggio delle risorse rinnovabili endogene e con una corretta politica energetica avrebbe dovuto essere prossima alla totale mobilità elettrica pubblica, peraltro realizzata in molte isole del Mediterraneo. Purtroppo questo obiettivo è fallito insieme ai due più recenti Piani Energetici e Ambientali Regionali entrambi basati sull’arrivo del metano nell’isola. Finalmente Governo e Regione hanno di recente posto un rimedio avviando importanti linee d’azione a breve e medio termine, con l’impegno di consistenti risorse anche del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020.

*ex assessore regionale

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