La Nuova Sardegna

Volti e storie dell'isola riaperta

Daniela Scano
Volti e storie dell'isola riaperta

Oggi 18 maggio si riparte, è indispensabile il buonsenso di tutti i cittadini, è necessario che negozi, servizi, attività rispettino le regole con grande rigore, la Nuova Sardegna racconterà le storie di chi si adopera perché non si torni mai più a una fase 1

18 maggio 2020
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Ripartenza è diventata una parola di uso comune. Ripartenza è uno stato emotivo. Ripartenza è, oggi, la parola d’ordine. Il giorno tanto atteso è arrivato per i tanti che sono stati costretti a chiudere battenti una fredda sera di inizio marzo, qualcuno lasciando sulla saracinesca un biglietto con su scritto #iorestoacasa senza sapere quanto a lungo e quanto sarebbe costato, in tutti i sensi. C’è chi non ripartirà perché non si sente pronto a farlo. Altri vorrebbero ma non possono perché due mesi e mezzo di lockdown hanno prosciugato le risorse economiche e spazzato via il lavoro. Tanti però ripartono, oggi stesso o nei prossimi giorni. Stiamo veramente entrando nella Fase 2.

La Nuova Sardegna racconterà la ripartenza nelle città, dando voce ai protagonisti e informazioni utili ai lettori. Perché è verissimo che due mesi e mezzo di “fai da te” hanno trasformato i nostri capelli in caschi inguardabili, ma è altrettanto vero che vogliamo tornare dal parrucchiere in perfetta sicurezza. Reciproca sicurezza, diffusa sicurezza. Così andremo a trovarli, i parrucchieri e i gelatai, i ristoratori e i dentisti, i negozianti di abbigliamento e i pasticceri. Chiederemo loro come si sono preparati alla riapertura, come hanno adeguato i loro locali, come si comportano con i propri clienti. Esattamente come abbiamo fatto in queste pagine scegliendo quattro storie e quattro professionisti. Non sono storie emblematiche e neppure straordinarie. Si tratta delle testimonianze di persone normali che affrontano come tutti la seconda fase di una emergenza planetaria che nessuno potrà mai dimenticare. Lo abbiamo chiamato “Diario della ripartenza” e lo scriveremo nei prossimi giorni nelle pagine di cronaca locale di Sassari, Olbia, Nuoro e Oristano. Città che si rimettono in moto, con cautela ma con determinazione, nel rispetto delle leggi e del buonsenso, con grinta e preoccupazione, anche con la paura di incorrere involontariamente in errori. Vi diremo giorno per giorno cosa stanno facendo, a cosa hanno dovuto rinunciare, che cosa si sono inventati per continuare ad accogliere i clienti e i pazienti, facendolo in sicurezza.

Così facendo vogliamo renderci utili, ma contiamo anche di essere un punto di riferimento come lo siamo stati nella drammatica fase uno che la Sardegna ha vissuto e che il Sassarese ha patito più di altre zone. Non ci sarebbe bisogno di ricordarlo ma vale la pena di essere ripetitivi quando si parla della salute. Non è solo perché nessuno ha voglia di tornare ad aspettare la fase due tra le mura domestiche. Non c’è solo la consapevolezza del fatto che, se anche sarà difficilissimo risollevarsi dalla crisi economica provocata dalla pandemia, non ci sarebbe scampo di fronte a una seconda ondata di contagi. E quindi, salutiamo con sollievo la riapertura delle nostre città ma non abbassiamo la guardia. Le regole dovremmo averle imparate a memoria e trasformate in automatismi: mascherina nei luoghi chiusi, distanziamento sociale, regole di igiene da rispettare scrupolosamente. Ricordarsi che l’amicizia, la colleganza, la parentela e l’amore non rendono immuni. Il virus è ancora tra di noi e ci resterà a lungo. Viviamo la fase due tenendolo lontano come abbiamo fatto nella fase 1 perché, se lo facessimo rientrare, allora sì che il Covid ci avrebbe sconfitto per sempre. Facciamolo per chi si è ammalato e non ce l’ha fatta. Buona ripartenza a tutti, non spensierata, ma fate che sia sicura e serena. Noi ve lo racconteremo.

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