La Nuova Sardegna

Un po' di fiducia è indispensabile per la ripartenza

Stefano Sotgiu
Un po' di fiducia è indispensabile per la ripartenza

23 maggio 2020
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L'emergenza sanitaria da codice rosso è terminata. Ci siamo lasciati il peggio alle spalle, con tutta probabilità e ci avviamo verso una nuova fase nella vicenda-coronavirus. La fase della convivenza fra noi e la minaccia alla nostra salute. Dopo quanto abbiamo vissuto, specie nelle regioni nel Nord Italia ma anche qui a Sassari, i timori sono legittimi, va premesso. Usciamo dalla prima fase con alcune certezze e diversi dubbi. La certezza è che il lockdown, la chiusura totale del Paese, grazie ai sacrifici dei cittadini e delle cittadine italiane, ha funzionato. E' stato efficace. Un'altra certezza che emerge dalla prima fase è che chiudere tutto è costato un'enormità in termini economici. Specie al Sud, la parte più debole del Paese ed alle aree interne, la parte più debole del Mezzogiorno, è stato chiesto un sacrificio enorme, probabilmente eccessivo. Se è vero che chiudere tutto ha avuto la sua efficacia, un primo dubbio che inizia ad emergere è se e quanto questa misura sia stata anche efficiente, soprattutto applicata linearmente ed indiscriminatamente. Il dubbio fondato è che il lockdown abbia rappresentato un enorme acceleratore di diseguaglianze, una sorta di tassa proporzionale, che, per sua natura, grava di più su chi ha meno. Una cosa è chiudere un territorio che ha risorse per resistere e si basa su un forte tessuto manifatturiero, altra è chiuderne un altro fondato su terziario commerciale e turistico, già duramente provato da una crisi infinita.

Entriamo dunque nella seconda fase, quella della convivenza con il virus, con la necessità impellente da parte delle economie locali meridionali, soprattutto, di riprendere la loro attività. Per le città turistiche, riavviarsi, è decisivo. Lì, più che altrove, i servizi sono tenuti in piedi dai flussi di visitatori. Senza turismo, anche i residenti verranno penalizzati da un forte deterioramento della funzione pubblica. Quello che serve, nella fase della ripresa è fare un forte investimento sulla fiducia nei cittadini e nelle cittadine, la forza che ci ha permesso di superare la prima. Se fiducia è il concetto-chiave della seconda fase, bisogna iniziare davvero ad investirci. All'apertura del Presidente del Consiglio, tuttavia, non fa sempre - anzi quasi mai - riscontro un positivo clima sociale. La finestra aperta sui social network è un po' come quella di certe comari che osservano la vita scorrere sotto di loro per confezionare commenti acidi e maldicenze. Il propendere verso la negatività è un fatto antropologico che si palesa in maniera evidentissima nella maggior parte dei casi. Ogni foto, anche se distorta nella prospettiva, conferma l'ipotesi negativa: gli italiani e le italiane sono un popolo d'irresponsabili, senza appello.

Poco conta che statisticamente le situazioni rappresentate esprimano un rischio di contagio che si avvicina a quello dell'essere raggiunti da un rottame spaziale in piena testa. In mezzo a tutta questa negatività, per fortuna, però, c'è un mondo che riprende a vivere e ad incontrarsi, rispettando nella maggior parte dei casi le linee-guida. In parte ovviando all'assenza di una rete pubblica di salvataggio fatta delle 3T di tracciamento, test e trattamento. Ed in questo mondo che riprende la sua normale attività, si notano anche piccoli ma confortanti segni di intelligenza. Come quella dei supermercati, che, ad esempio, fanno entrare tutti i clienti con il carrello. Anche se si deve acquistare un solo articolo. Perché? Perché il carrello segna la distanza di sicurezza. Un bel metro abbondante. Si chiama nudging. L'essere umano è intellettualmente pigro? Bene. Diamogli strumenti per "fare la cosa giusta" e non pensarci troppo su. Carrello sempre, piccola soluzione geniale. Di ben altro livello di sofisticazione intellettuale rispetto alla triste litania del divieto, della reprimenda, del borbottìo, dello zelotismo e della delazione che dilagano in larga parte dell'opinione pubblica. Con una spintarella gentile, possiamo uscire prima e meglio anche da questa seconda fase, riavviandoci alla sospirata normalità.

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