La Nuova Sardegna

Nel Recovery fund per la Sardegna c'è poco

di LUCA DEIDDA
Nel Recovery fund per la Sardegna c'è poco

Un proclama ambizioso ma generico, che fa di tutta l’erba un fascio, tra obiettivi finali (sviluppo sostenibile, riduzione dei divari ecc) e intermedi (innovazione e la digitalizzazione)

18 gennaio 2021
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"Solo uso interno - riservata": così recita la bozza pdf 12.01.2021 del piano di ripresa e resilienza hashtag Next generation Italia. Un refuso, immaginiamo, dato che per scaricarla basta digitarne il nome su google. Cosa propone il documento rivisto dalle varie anime della maggioranza, inclusa IV che ha poi lasciato il governo? Il piano si prefigge “una svolta Italiana, nella programmazione e nell’attuazione degli investimenti, che segni una discontinuità decisiva per lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione e l’innovazione, la riduzione dei divari e delle diseguaglianze”.

Un proclama ambizioso ma generico, che fa di tutta l’erba un fascio, tra obiettivi finali (sviluppo sostenibile, riduzione dei divari ecc) e intermedi (innovazione e la digitalizzazione). E la prima impressione viene confermata dalla lettura dell’intero documento. Una lista condivisibile dell’Italia che vorremmo; con una accurata declinazione delle risorse assegnate a ciascun desiderata. Ma insufficienti dettaglio e sistematicità sul come, e cioè gli strumenti specifici e governance per raggiungere gli obiettivi; sul dove, e cioè la distribuzione territoriale degli interventi e sul quando e cioè i cronoprogrammi per l’esecuzione.

Troppo poco per una autoproclamata svolta nella programmazione. Ma da qui ad aprile c’è tempo. Del resto, viene chiarito che la bozza attuale è semplicemente la base di discussione per il confronto in Parlamento, nelle istituzioni locali e regionali, con le forze economiche, il terzo settore ecc. ai fini dell’adozione definitiva del piano. Come si svolgeranno queste interlocuzioni da qui ad Aprile? Il documento avrebbe dovuto specificarlo. Si dice poi che occorrerà definire riforme e strategie di settore e individuare i soggetti responsabili. Sempre da qui ad Aprile.

Chi? Come? Quando? Senza criticare oltre la genericità del documento, guardiamo ai contenuti. Si parte da una disamina delle cause del ritardo di sviluppo. Si citano la debole dinamica degli investimenti e fattori strutturali quali invecchiamento e basso tasso di natalità, ridotta dimensione delle imprese e insufficiente competitività, peso del debito pubblico, mancata transizione verso l’economia della conoscenza. Un po’ approssimativo. Demografia, nanismo delle imprese, insufficiente produttività, mancata crescita sono tutti effetti indotti dai limiti strutturali del sistema Paese Italia.

Non cresciamo poco perché siamo un Paese di vecchi, cresciamo poco perché l’Italia non è un Paese per giovani. Confondere cause ed effetti non aiuta. Tre assi strategici: (1) digitalizzazione e innovazione; (2) transizione green; (3) inclusione sociale. Chi non sarebbe d’accordo? Attenzione però, perché digitalizzazione e inclusione sociale possono andare di pari passo o in conflitto (se nelle aree interne non c’è la fibra, la digitalizzazione taglia fuori chi vive lì). E ancora, transizione green e inclusione sociale sono certamente fini, la digitalizzazione è un fine o un mezzo? Distinguere tra fini e mezzi (obiettivi intermedi e finali) quando si fa un piano è cruciale.

Tre priorità trasversali: Donne, Giovani, Sud. Sei missioni. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Chi non sarebbe d’accordo? Cosa c’è per la Sardegna? Beh, sulle 6 missioni ci potrebbe essere molto. In concreto, il piano prevede già alcuni interventi specifici, quali l’aumento capacità portuale di Cagliari e il collegamento porto-aeroporto di Olbia e il raddoppio Decimomannu-Villamassargia. Tre progetti molto specifici. La sensazione è che molto dovrà fare il Governo regionale per farsi ascoltare e portare a casa un piano di interventi. Va bene che ci si possa spostare velocemente su rotaia tra aeroporto e porto di Olbia, ma oltre all’opportunità di trainspotting dalla ruota panoramica è cruciale che su rotaia si possa innanzitutto arrivare celermente a Olbia dal resto dell’Isola e viceversa.

Anche per godere del raddoppio Decimomannu-Villamassargia, con tutto il rispetto che per chi beneficerà comunque della misura anche se il resto dell’Isola dovesse restare agli albori della locomozione. E facciamoci sentire anche su temi meno ovvi come le grandi infrastrutture per la ricerca; sono previste e abbiamo il progetto Einstein Telescope che potrebbe contribuire a cambiare le sorti del centro Sardegna.
 

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