La Nuova Sardegna

Mobilità

Il modello sardo può funzionare

di Antonio Moro

	L'assessore regionale ai Trasporti Antonio Moro
L'assessore regionale ai Trasporti Antonio Moro

L’assessore regionale ai Trasporti Antonio Moro interviene per indicare quali soluzioni verranno adottate per garantire ai sardi e non il diritto di spostarsi da e per l’isola facilmente e col giusto costo

11 agosto 2023
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Serve una visione del trasporto aereo o la Sardegna resterà isolata. Così scrive La Nuova Sardegna nel suo editoriale pubblicato nell’edizione di ieri, a firma dell’apprezzato collega giornalista Luca Rojch. E dico subito che la Regione non soltanto ha una visione chiara, ma anche idee concrete insieme con proposte e progetti realizzabili. Alla Sardegna serve un modello sardo del trasporto aereo fatto di tre strumenti fondamentali. Tutti necessari e tra loro non alternativi, ma complementari. Il primo è rappresentato dai cosiddetti oneri di servizio pubblico.

Per intenderci: il sistema della continuità territoriale con il bando europeo così come l’abbiamo conosciuta in questi ultimi ventidue anni e cioè collegamenti da e per i tre aeroporti sardi con Roma e Milano, con tariffa fissata per i residenti (in quattro lustri non abbiamo mai superato la cifra di 53 euro più le tasse aeroportuali), frequenze minime prestabilite e fasce orarie predeterminate. Il punto strutturalmente più debole di questo sistema, applicato per la prima volta in Corsica, è rappresentato dalla tariffa non residenti che, per volontà della commissione europea, è lasciata ormai da qualche anno nella piena disponibilità delle politiche di prezzo e di profitto delle compagnie che si aggiudicano la gara comunitaria.

Il provvedimento del Governo che ha scatenato le ire di Ryanair, interviene proprio su questa penalizzante criticità e stabilisce un livello tariffario massimo, praticabile solo nei collegamenti delle tratte della continuità aerea (da e per Cagliari, Olbia e Alghero con Linate e Fiumicino). Gare, per restare all’attualità, alle quali Ryanair non ha mai partecipato, per motivi di organizzazione aziendale e di filosofia d’impresa.

Il secondo strumento del modello sardo è rappresentato dai cosiddetti aiuti diretti ai vettori, la cui applicazione è prevista nel disegno di legge approvato dalla Giunta e che è all’attenzione dell’Aula, nella discussione del collegato alla legge Finanziaria. Consiste nell’abbattere fino al 50 per cento i costi aeroportuali per l’apertura di nuove rotte stabili per almeno tre anni. Il sistema di incentivi consente di programmare i collegamenti aerei, sia sul Continente che con le destinazioni europee, di cui i sardi hanno bisogno anche nei mesi invernali e, fatto non trascurabile, alleggerirebbe la pressione del traffico residenti sugli hub di Roma e Milano (unici collegamenti sempre garantiti e a tariffa agevolata) con ovvi benefici per le disponibilità (insufficienti soprattutto nei periodi di punta) dei voli in regime di continuità. Il sistema soddisfa la crescente esigenza del disporre di un maggior numero di connessioni nazionali e internazionali, utili a far crescere quote di mobilità dei sardi insieme con le connessioni turistiche.

Il terzo strumento è rappresentato dagli aiuti sociali che consistono nel contributo diretto al passeggero per l’abbattimento del costo del biglietto su tutte le rotte che non sono in regime di continuità (quelle su Roma e Milano). La misura, riservata in sede di sperimentazione a particolari categorie di residenti, non necessita di provvedimenti legislativi ma ha bisogno di opportune procedure amministrative e tecniche, adeguate a dare efficacia al sistema delle agevolazioni. I costi: le gare della continuità sono state aggiudicate fino all’ottobre 2024 e con i ribassi d’asta proponiamo la copertura degli oneri derivanti dalla norma degli aiuti ai vettori (25 milioni nel triennio) mentre per gli aiuti diretti al passeggero, possiamo contare sugli stanziamenti della legge di Stabilità e prevediamo un cofinanziamento regionale fino a 5 milioni per il 2023 e 10 milioni per l’anno successivo. I tempi nei quali mettere a regime il nuovo modello sardo sono quelli dell’approvazione della norma inserita nel disegno di legge collegato alla Finanziaria e si potrebbe dunque ipotizzarne la prima attivazione già in vista dell’imminente programmazione della stagione invernale del trasporto aereo. 

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