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Oristano

Oristano, litiga col padre e gli spacca la testa

Pierpalo Pinna
Pierpalo Pinna

Pierpaolo Pinna, 43 anni, collaboratore in una palestra cittadina, ha usato un grosso pezzo di ferro. Da anni tra i due uomini c’erano forti contrasti. "Mio padre è Satana", ha urlato dopo averlo ucciso

08 marzo 2010
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ORISTANO. «Mio padre è Satana» ha urlato più volte. Il padre però non poteva più sentirlo. Era disteso a terra col cranio fracassato, il volto irriconoscibile, il sangue che ancora colava a fiotti dalla testa e i suoi adorati cani che impedivano a chiunque di avvicinarsi al corpo. È finita così una storia fatta di anni di tensioni tra il genitore e il figlio. Pinuccio Pinna, ex carrozziere in pensione di 77 anni, è morto dopo un assurdo litigio con Pierpaolo, 43 anni, ex istruttore di nuoto e ora collaboratore in una palestra cittadina.

Erano da poco passate le cinque del pomeriggio, quando al numero 30 di via Cagliari, a poche decine di metri dall’ingresso nord della città, qualcuno ha avvertito il trambusto. Un muratore che aveva appuntamento col padrone di casa - i due si erano sentiti pochi minuti prima al telefono - ha udito delle urla e ha visto, nel corridoio che porta al garage che si trova sul retro dello stabile, Pierpaolo Pinna che colpiva ripetutamente il padre con un sostegno in ferro per impalcature. Assieme al dipendente della concessionaria d’auto Toyota, che si trova sull’altro lato della strada, ha immediatamente avvisato la polizia.

Pochi attimi e gli agenti della Squadra volanti sono arrivati in via Cagliari, con le armi in pugno, preoccupati che Pierpaolo Pinna potesse essere armato e messi in allarme dal fatto che continuasse ad urlare frasi agghiaccianti.
Ripeteva «Fatemi fuori adesso, uccidetemi adesso» e poi quelle parole contro il babbo steso a terra e ormai esangue: «Mio padre è Satana, voglio parlare con l’arcivescovo». La tensione però si è allentata dopo pochi attimi, quando i poliziotti sono riusciti ad immobilizzarlo e a trasportarlo immediatamente in questura, prima che il magistrato Armando Mammone disponesse il trasferimento nel carcere di piazza Manno, al termine degli accertamenti portati avanti dalla polizia, coordinata dal dirigente della Mobile Pino Scrivo e dal comandante della sezione volanti, Gianluca Farnioli.

Le testimonianze di chi ha visto hanno sciolto ogni dubbio sulla dinamica. Il muratore che aveva appuntamento con Pinuccio Pinna, per il quale stava compiendo dei lavori nella vecchia officina in cui è avvenuto il delitto, ha descritto la scena fortemente scosso, tanto che pochi minuti più tardi è stato fatto salire sull’ambulanza dopo aver accusato un malore.

Intanto quel tratto di via Cagliari si è riempito di curiosi, di amici e parenti della vittima e di suo figlio, mentre gli agenti erano indaffarati anche a tenere a bada i cani di grossa taglia che non consentivano di avvicinarsi al cadavere, sul quale continuavano a vigilare.
Soltanto l’arrivo degli altri familiari è servito per calmarli e consentire di ultimare tutti gli accertamenti. All’origine del delitto sembra ci siano anni di contrasti tra il genitore ed il figlio. Mai però, in passato, si era arrivati ad una tensione che avrebbe fatto pensare all’epilogo più tragico ed assurdo. Pare che la situazione andasse peggiorando di mese in mese e che il punto di non ritorno ci sia stato quattro anni fa, quando Pinuccio Pinna aveva perso la moglie. Rimasto solo col padre e coi fratelli che gestiscono la tabaccheria di piazza Sacro Cuore, dove ogni tanto anche lui dava una mano, Pierpaolo Pinna ha sofferto tantissimo per il distacco improvviso dalla madre.

Col padre, così si raccontava ieri in via Cagliari, non aveva mai legato più di tanto. Riteneva di essere stato trascurato e ultimamente gli attriti tra il genitore e il figlio pare fossero sempre più frequenti. Ancora però non è chiaro quale sia stata la scintilla che ha scatenato la violenza cieca che ieri è durata per alcuni secondo. Da quanto risulta dai primi accertamenti, Pinuccio Pinna sarebbe stato colpito più volte al capo con la parte superiore di un sostegno per impalcature da edilizia, che terminano con una sorta di triangolo.

E Pierpaolo Pinna, fisico muscoloso da persona che frequenta costantemente le palestre, non deve aver avuto difficoltà a maneggiarlo e a centrare la testa del padre. Tra urla disumane e la disperazione delle persone che hanno assistito alla scena impotenti.
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