La Nuova Sardegna

Oristano

Due periti per la tragica rapina di Cabras

Due periti per la tragica rapina di Cabras

CABRAS. L’aver isolato alcune impronte digitali non basta. Al primo perito, nominato dal giudice per le indagini preliminari, Mauro Pusceddu, se ne aggiunge un secondo a cui lo stesso giudice ieri...

10 ottobre 2012
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CABRAS. L’aver isolato alcune impronte digitali non basta. Al primo perito, nominato dal giudice per le indagini preliminari, Mauro Pusceddu, se ne aggiunge un secondo a cui lo stesso giudice ieri mattina ha affidato l’incarico.

Ora sono in due a lavorare sulle tracce ritrovate nella casa di Peppino Canu, il pensionato di Solanas morto in seguito ad una rapina commessa a febbraio. Il compito del primo perito è stato quello di isolare quelle tracce, al secondo spetta quello di attribuire un nome e un volto a chi ha lasciato quelle impronte la notte della rapina.

Il 18 settembre si conosceranno i risultati e saranno gli stessi periti a esporli in aula in quella che dovrebbe essere la conclusione dell’incidente probatorio richiesto dal pubblico ministero Marco Ulzega che ha tre nomi sul registro degli indagati. Sono quelli di Ivan Gasparini, nipote della vittima, e i suoi amici Michele Scintu e Matteo Simbula – i tre sono difesi dagli avvocati Alessandro Enna, Carlo Figus, Mario Gusi e Gianfranco Congiu –. Se l’accusa va alla ricerca di tracce che confermino la presenza dei tre ragazzi nella casa del pensionato la notte della tragica rapina, la difesa è invece convinta che l’esito dell’incidente probatorio andrà a dimostrare l’innocenza dei tre amici che si sono sempre difesi ribadendo il loro alibi. La notte in cui avvenne la rapina sarebbero stati a chilometri di distanza da Solanas. Hanno sempre raccontato di essere stati prima a Bosa e successivamente a Sassari. (e.c.)

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