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Prelievi strani e la badante finisce dal giudice

PAULILATINO. Il vecchietto inconsapevole mai avrebbe scoperto il raggiro. Ma alle impiegate delle Poste qualche sospetto balenò per la testa quando dal conto dell’anziano erano stati prelevati...

26 marzo 2013
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PAULILATINO. Il vecchietto inconsapevole mai avrebbe scoperto il raggiro. Ma alle impiegate delle Poste qualche sospetto balenò per la testa quando dal conto dell’anziano erano stati prelevati ventimila euro nel giro di appena tre mesi. A effettuare i prelievi – in cinque differenti occasioni – era stata sempre la stessa persona, ovvero la badante Genoveffa Pisu che aveva la delega per poter ritirare le somme di denaro dal libretto postale dell’anziano di cui si occupava.

Secondo il pubblico ministero, Giuseppe Scarpa, che ora la accusa di vari reati tra cui quello di truffa, avrebbe approfittato della situazione di salute precaria dell’anziano a cui prestava assistenza. Isidoro Solinas, dalla sua stanza, non si poteva certo accorgere di quanto gli stava accadendo, ma quei prelievi risultarono alquanto strani. Soprattutto erano davvero troppi e la somma non era esattamente irrilevante. La badante, sempre secondo l’accusa, avrebbe preso una precauzione particolare che avrebbe dovuto metterla al riparo da sorprese: non effettuava i prelievi sempre nello stesso ufficio, ma avrebbe scelto sportelli differenti. L’avrebbe fatto proprio per sviare qualsiasi sospetto.

Accadde però che dopo tre mesi che queste operazioni andavano avanti, da maggio a luglio del 2008, gli impiegati delle Poste segnalarono ai familiari dell’anziano l’anomalia di quei conti che per tantissimo tempo non registravano particolari movimenti di denaro e che all’improvviso si stavano prosciugando.

Com’è andata a finire? Ancora la vicenda non si è conclusa, perché la badante è di fronte al giudice monocratico Francesco Mameli per provare a difendersi, assistita dall’avvocato Anna Paola Putzu. Dall’altra parte della barricata giudiziaria c’è invece Valentino Solinas, figlio dell’anziano che nel frattempo è deceduto. In qualità di erede proverà a riprendersi attraverso la costituzione di parte civile, affidata all’avvocato Rita Violante, quei ventimila euro, nel caso in cui le accuse trovino conferme. (e.c.)

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