La Nuova Sardegna

Oristano

Hotel con abusi edilizi: il pm chiede le condanne

di Enrico Carta
Hotel con abusi edilizi: il pm chiede le condanne

Bosa, scontro in aula tra accusa e difesa per l’albergo Baia Romantica Sollecitati un anno e quattro mesi, ma la perizia è stata molto contestata

07 dicembre 2013
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BOSA. C’era chi tra gli imputati avrebbe voluto la sentenza, convinto dell’assoluzione. Sperava in un Natale sereno e invece dovrà attendere l’8 gennaio per conoscere la sua sorte giudiziaria. Per ora pesano le richieste del pubblico ministero Daniela Caddeo che ha sollecitato la condanna a un anno e quattro mesi per abuso edilizio nei confronti dei tre imputati. Sono i fratelli Vincenzo e Antonello Pischedda, proprietari dell’albergo Baia Romantica, e il direttore dei lavori Giuseppe Ibba.

A loro la procura contesta il fatto di aver svolto i lavori per la costruzione dell’hotel in difformità dalla concessione edilizia, consentendo così un aumento di cubature. In più, la costruzione, troppo vicina ad un canale, non avrebbe rispettato i vincoli imposti dal Piano di assetto idrogeologico e persino rispetto ai dettami del Puc ci sarebbero delle irregolarità.

L’errore maggiore però starebbe a monte e fu quello per il quale la struttura finì anche sotto sigilli dopo il sopralluogo della Forestale e dell’Ufficio tecnico comunale: i lavori sarebbero iniziati nonostante mancasse l’autorizzazione del Comune.

Ma è proprio a partire da questo punto, che il collegio difensivo, composto dagli avvocati Piero Franceschi, Massimo Ledda, Franca Fenu, Giuseppe Pinna e Marcello Sequi ha provato a demolire l’impianto accusatorio. Contestando la perizia, considerata incompleta e non certo esaustiva, gli avvocati hanno tutti ricordato come esistesse, ben prima del via libera del Comune, l’autorizzazione paesaggistica. Molta confusione sarebbe stata fatta poi sulla presenza di un canale a dieci metri dall’edificio. La difesa ha spiegato che non è un canale perché non è collegato ad alcun sistema fluviale. L’incremento delle altezze e quindi delle volumetrie non è poi risultato tale nelle altre perizie. Mentre opere ritenute abusive hanno, ad esempio, una loro spiegazione in base alle richieste dei vigili del fuoco che obbligarono per motivi di sicurezza alla costruzione di scale esterne antincendio. Così come il muro di contenimento a ridosso del canale sarebbe stato edificato proprio per limitare al massimo qualsiasi rischio di allagamento. Infine, nessuna opera sarebbe stata edificata in contrasto col piano di lottizzazione precedentemente approvato dal Comune.

Insomma, una valanga di motivazioni per chiedere l’assoluzione, senza dimenticare che la difesa ritiene maturati i tempi per ottenere anche un’eventuale prescrizione. Ci vorranno un mese e un giorno per conoscere la decisione del giudice monocratico Anna Rita Murgia.

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