La Nuova Sardegna

Oristano

Abbasanta, museo aperto dal 18 gennaio

L’inaugurazione era già stata fissata a novembre e poi rimandata in segno di lutto per l’alluvione

12 gennaio 2014
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ABBASANTA. C’è un pezzo di storia locale nelle stanze delle Case Aragonesi, trasformate nel museo etnografico del paese dall’associazione archeologica, che con il sostegno dell’amministrazione comunale e il contributo dei tanti cittadini che hanno ceduto in comodato d’uso gratuito buona parte dei pezzi ora esposti, ha ricreato le atmosfere e gli ambienti domestici e di lavoro della società agro-pastorale di fine Ottocento e primi del Novecento.

Dopo quasi due anni di lavoro e di ricerca la struttura è pronta per le visite del pubblico, che potrà varcare la soglia del museo etnoantropologico dal 18 gennaio, data scelta per l’inaugurazione dopo il rinvio disposto a novembre per riguardo verso le popolazioni colpite dall’alluvione.

Alla cerimonia del taglio del nastro, fissata alle 18, presenzieranno una delegazione comunale guidata dal sindaco Stefano Sanna, il parroco don Mario Cuscusa e i rappresentanti del gruppo archeologico presieduto da Raffaele Arca.

Con l’inaugurazione del museo sulla civiltà contadina va in porto il progetto di recupero e valorizzazione della Casa Aragonese. L’edificio che si erge ai margini del sagrato parrocchiale fu ristrutturato negli anni a cavallo del 2007 e del 2009 con i fondi del bando Civis, in parte impiegati nella realizzazione del centro intercomunale della pietra, recentemente affidato in gestione all’Enap, e nella costruzione del palazzetto polifunzionale e dello sport, interventi che hanno cambiato parzialmente il volto dell’ex fiera bestiame.

L’allestimento del museo, che sarà affidato alle cure dell’ associazione archeologica, ricorda gli interni delle vecchie case contadine. Accanto ad arredi, suppellettili e utensili domestici trova spazio l’antico armamentario di agricoltori e pastori.

Maria Antonietta Cossu

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