Ultimatum di Tendas «Martedì tutti in aula oppure mi dimetto»
Scontro con i quattro consiglieri del Partito Democratico Giovedì erano assenti alla seduta del consiglio comunale
ORISTANO. Le assenze erano tutte giustificate, ma un professore acuto le chiamerebbe assenze strategiche; di quelle che gli alunni fanno per saltare un’interrogazione. In questo caso non è che non avessero studiato e avessero paura dell’interrogazione, volevano però mandare un avvertimento al sindaco. Ma ieri, dopo che giovedì le assenze strategiche di quattro consiglieri del Pd, avevano fatto saltare il consiglio comunale in seguito anche alle strategie dell’opposizione, c’è stata la resa dei conti.
Le urla in Comune. Durissima, quella resa dei conti. Tanto che fuori dalla stanza di Guido Tendas a Palazzo Campus Colonna si sentivano frasi pronunciate con una quantità di decibel che la porta non riusciva a mascherare. Assenze volute e non giustificabili, così le ha ritenute il sindaco e questo ha riferito ai tre consiglieri che sono andati a incontrarlo ieri mattina. C’era il capogruppo Giuseppe Obinu, con Valerio Spanu e Lucia Mocci. Mancava, così com’era mancato giovedì in quell’aula dove diverse altre volte non si è presentato per i consigli comunali, il quarto consigliere, ovvero Alberto Granese. Ma sul fatto che anch’egli fosse tra i ribelli non c’è da metterci la mano sul fuoco.
L’ultimatum del sindaco. È stato nel chiuso di quella stanza che il sindaco ha chiarito le sue intenzioni. Guido Tendas non sente ragioni, non vuol fare il burattino in balìa di una parte del Pd che chiede il rimpasto immediato e così ha ribadito che non cambia i suoi assessori – cosa che è venuta fuori anche in serata al vertice a cui hanno partecipato l’intera maggioranza e gli assessori –. Anzi ha rilanciato e stavolta ha inviato lui l’ultimatum alla sua maggioranza: o martedì i quattro del Pd sono in aula, a meno di impedimenti imprevedibili, oppure si dimette. Mossa che manda la palla sul campo altrui, perché ora sono i consiglieri dissidenti del Pd a doversi, eventualmente, prendere la responsabilità di mandare a casa un intero consiglio comunale a nemmeno due anni dalla sua elezioni e quindi aprire la porta al commissario.
Il Consiglio di giovedì. In tutta questo guazzabuglio, è bene mettere un po’ d’ordine, perché prima dello scontro di ieri c’è da fare il resoconto dell’agitato tardo pomeriggio di giovedì. C’è consiglio comunale e i quattro consiglieri comunicano al presidente Marco Cossu che non possono esserci, chi per motivi di famiglia, chi per motivi di lavoro. La seduta va avanti, ma nel momento delle votazioni, l’opposizione fa sempre mancare il proprio apporto e così salta il numero legale. A quel punto dai banchi della maggioranza il capogruppo di Insieme, Roberto Martani, smuove le acque. Stare in aula a discutere, senza poi poter votare sembra più che un semplice esercizio retorico, una vera e propria presa in giro o perdita di tempo. E così la maggioranza stessa decide di far mancare il numero legale perché la seduta prosegua.
Il vertice di maggioranza. Il resto è storia di ieri. Di mattina, Giuseppe Obinu, Valerio Spanu e Lucia Mocci vanno dal sindaco, dove arriva anche l’altra consigliera del Pd, Mariangela Massenti che assieme al suo collega Renato Piras aveva invece preso parte alla seduta del Consiglio il giorno precedente non approvando la linea degli altri suoi compagni di partito. È lì che il sindaco dice basta alle voglie di rimpasto e agli sgambetti di quella parte della maggioranza che lo vorrebbe. Storia che si ripeterà nel pomeriggio al vertice di maggioranza, dove per primo viene allo scoperto Giuseppe Obinu che conferma che la assenze erano volute ed erano un messaggio per il sindaco.
Gli altri partiti. Che le acque siano agitate lo si è capito anche dalla richiesta di Giampaolo Lilliu. Il consigliere di Essere Oristanesi ha chiesto addirittura che si vada tutti a casa, all’insegna del «Meglio il voto che il logoramento tra alleati» o presunti tali. Oppure che si azzeri la giunta e i consiglieri scelgano i nuovi assessori che potrebbero essere gli stessi che ora stanno a fianco al sindaco. Dalla sponda NoiOr è arrivato ancora una volta l’invito a proseguire senza cambi. E infine Insieme, ancora con Roberto Martani, che ha alzato il tiro e chiarito al Pd che gli assessorati non si cambiano con uno schioccar di dita, perché in quel caso anche Insieme rientrerebbe nel gioco.
Le soluzioni. I dissidenti del Pd – peraltro ci sono tesserati anche in altri schieramenti del Consiglio che non stanno sotto le insegne dei Democratici – non hanno ancora una volta fatto nomi. Ma se chiedete a uno chiunque degli altri consiglieri, tutti rispondono che la manovra viene messa in piedi per far posto a qualcuno molto in alto a livello provinciale. L’identikit corrisponderebbe al segretario provinciale Gianni Sanna, il quale però continua a chiamarsi fuori dalla mischia per il Comune, dove la giunta ieri si è fatta forte anche di alcuni risultati importanti portati a casa negli ultimi mesi.
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