La Nuova Sardegna

Oristano

Tutta Nurachi respinge le accuse degli animalisti

di Piero Marongiu
Tutta Nurachi respinge le accuse degli animalisti

Assemblea popolare dopo il caso dei 16 cani uccisi da un allevatore Il sindaco Scalas: «Inaccettabile che qualcuno istighi al boicottaggio dell’Isola»

10 luglio 2014
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NURACHI. Dall’assemblea popolare aperta a tutti i cittadini che si è svolta martedì sera nell’aula consiliare non è emersa nessuna giustificazione nei confronti dell’allevatore che ha avvelenato i suoi sedici cani qualche giorno fa. Il sindaco Filippo Scalas ha condannato senza mezzi termini il gesto. «Non è vero che i nurachesi non amano gli animali – ha esordito –. Questa nomea non la meritiamo e la rispediamo al mittente. È inaccettabile che qualcuno istighi al boicottaggio della Sardegna perché una persona ha sbagliato. Allora noi non dovremmo più andare nelle città della penisola in cui si verificano fatti di criminalità gravissimi contro le donne o contro i minori? – aggiunge provocatoriamente –. Nurachi è un paese con i suoi problemi, ma anche con le sue peculiarità positive».

Poi la parola è passata al pubblico, tra cui molti nurachesi e alcuni rappresentanti delle associazioni animaliste. Questi ultimi, dopo aver ascoltato alcuni interventi, in aperta polemica con il sindaco reo, a loro giudizio, di aver dato un’impronta buonista all’assemblea, hanno abbandonato la sala. «Qui accade anche che qualcuno si diverta a sparare contro i gatti con una carabina o con la balestra – dicono gli animalisti –. Questo avviene perché manca la cultura del rispetto verso gli animali, che non sono cose ma esseri viventi». Giovanni Contini, dell’Anpa provinciale ha detto: «Stiamo preparando una querela contro chi si è reso responsabile del fatto. Il problema era conosciuto fin dal 2013. Allora, a chi aveva fatto la segnalazione, abbiamo consigliato di rivolgersi alla polizia locale cosa che ci risulta essere stata fatta, ma che non ha portato ad alcun provvedimento».

Su questo punto Filippo Scalas ribatte di aver incaricato il vigile di verificare la situazione non appena venutone a conoscenza e che questi, nei limiti delle sue competenze, aveva spiegato all’allevatore le norme da rispettare in materia di detenzione degli animali, compresa l’applicazione dei microchip.

«Su diciotto cani – replicano quelli dell’Anpa – solo tre avevano il microchip. Questo significa che chi doveva controllare che la legge venisse rispettata non l’ha fatto». Gli ultimi avvenimenti hanno creato conseguenze anche alla maggioranza guidata da Filippo Scalas. Due consiglieri, Valentina Chergia e Andrea Zucca – quest’ultimo ricopriva anche l’incarico di vice sindaco – hanno rassegnato le dimissioni. L’assemblea si è conclusa con gli interventi di alcuni veterinari, tra cui anche il responsabile dell’Asl, Renato Ulleri, che ha detto di essere disponibile a discutere dei problemi del randagismo e a cercare soluzioni condivise: «È però impensabile che la questione possa essere risolta solo dalla Asl. Incontriamoci e cerchiamo di trovare soluzioni tutti insieme».

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