Lungomare e divieti, a Putzu Idu continua la protesta
San Vero Milis, presidio degli oppositori alla chiusura Operai già all’opera per preparare i blocchi di cemento
SAN VERO MILIS. Loro non hanno mollato. La resistenza dei cittadini contro la chiusura del lungomare va avanti a oltranza.
Un presidio che, però, non ha bloccato le attività degli operai del Comune sulla striscia d’asfalto non si siano fermate.
Ieri mattina, sotto lo sguardo attento dei contestatori che presidiavano i blocchi di cemento che dovrebbero chiudere fisicamente la strada, gli operai hanno disegnato due gruppi di strisce pedonali e continuato le attività che culmineranno con la posa degli ostacoli di cemento sulla strada.
Il vertice di martedì sera tra la giunta comunale e i cittadini, infatti, non ha prodotto risultati e ha consegnato al lungomare due fazioni sempre più ferme sulle loro posizioni: L’amministrazione farà di tutto per chiudere, anche fisicamente, il lungomare mentre gli oppositori continueranno il bivacco nei pressi dei blocchi di cemento, sperando di poter contrastare, o perlomeno ritardare, i lavori.
Tra i manifestanti c’era Vittorio Alesi, anche ieri mattina in prima linea nonostante le difficoltà causate dall’invalidità e i problemi di salute che affliggono il settantenne. Insomma, il lungomare è chiuso al traffico dallo scorso 12 luglio e rimarrà interdetto alla circolazione della auto fino a quando sarà necessario.
Poco importa che, di fatto, il transito dei veicoli sia stato bloccato solo per alcune ore del pomeriggio di domenica, quando c’era la manifestazione, e martedì mattina, quando gli operai hanno provato a sistemare i blocchi di cemento sul lungomare.
Ieri sera, infatti, la strada era aperta e i veicoli transitavano liberamente, nonostante i divieti: più o meno quello che è successo durante tutto l’inverno quando, evidentemente, il traffico veicolare ridotto all’osso non era un problema per la salvaguardia della duna e per la costruzione dei chioschi, che non erano nemmeno in incubazione.
Adesso, secondo la giunta comunale, la storia è cambiata e il lungomare deve restare chiuso a tutti i costi. In ballo ci sarebbe la salute dell’ambiente e la sicurezza di chi realizzerà i chioschi. Per quanto riguarda le proteste, la genesi dovrebbe essere datata 2006, come ha spiegato martedì sera il sindaco che ha individuato l’amministrazione guidata dall’ex sindaco Antonello Chessa come l’unica responsabile di una situazione divenuta paradossale con il passare del tempo. (