La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, solare termodinamico: legna da tutta l’isola per la caldaia di riserva

di Claudio Zoccheddu
Un particolare del progetto per la centrale a energia solare nelle campagne di Oristano
Un particolare del progetto per la centrale a energia solare nelle campagne di Oristano

Definite le ipotesi di fornitura per l’impianto a biomasse della San Quirico Solar Power. Oltre cinquecento carichi l’anno da Assemini, Villacidro, Oristano e Desulo

14 giugno 2015
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ORISTANO. Sin da subito è stato il punto più criticato. Forse è questo il motivo della pubblicazione di una cospicua integrazione che chiarisce la parte più discussa.

Le preoccupazioni maggiori sull’impianto solare termodinamico progettato dalla San Quirico Solar Power nella campagne di Oristano sono legate alla caldaia a biomasse, lo strumento che garantisce il funzionamento della centrale anche quando la potenza termica generata dal campo solare non è sufficiente per la produzione energetica.

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In altre parole, un “motore” di riserva che viene acceso quando il sole si nasconde dietro le nuove, oppure durante la notte.

Un motore che produce energia e che, come tutti i propulsori, ha bisogno di bruciare il suo “carburante” e di immettere nell’atmosfera i gas di scarico. Ecco perché la Solar Power ha commissionato uno studio che ha definito il piano di approvvigionamento della biomassa necessaria ad alimentare la caldaia.

I numeri sono confermati ma rimangono impressionanti, perlomeno per i non addetti ai lavori: 15.400 tonnellate di legna ridotta in frammenti di pochi millimetri (cippata) con un’umidità del 40%. Considerata la potenzialità del territorio, si tratterà esclusivamente di pini (70%) e eucaliptus (30%).

La Sardegna ha a disposizione 256mila tonnellate di questi tipi di legna, di cui 109mila già pronti in un calcolo che non tiene conto della produzione dei cantieri dell’Ente foreste che potrebbero aggiungere al conto, nella migliore delle ipotesi, altre 81 tonnellate all’anno.

Una somma che soddisferebbe abbondantemente il fabbisogno della centrala. Per bruciare il cippato, però, è necessario trasportarlo fino a Oristano.

Ecco perché il progetto è stato integrato anche da un piano di approvvigionamento che verrà definito contrattualmente solo quando la società avrà ottenuto tutte le autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto.

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Le ipotesi di fornitura sono quattro: la ditta dei fratelli Massa di Macchiareddu garantirebbe 52mila tonnellate di pino e 6mila di eucaliptus, Francesco Lussu di Villacidro è pronto a offrire le sue 3mila tonnellate di eucaliptus, le sorelle Loi di Oristano garantiscono 14mila tonnellate, sempre di eucaliptus, mentre Ecozanda di Desulo ne garantisce 2mila tonnellate per un totale che supera le 76mila tonnellate disponibili ogni anno.

Trasportare la legna in giro per la Sardegna ha un costo, economico e ambientale. Per il cippato verranno impiegati autoarticolati con una capacità di 90 metri cubi, che si traduce in un carico di 27 tonnellate. I mesi in cui avverrà il trasporto saranno sette: settembre (104 trasporti), ottobre (108), novembre (104), dicembre (84), gennaio (72), febbraio, (72) marzo (44), con un emissione di anidride carbonica di 2,63 chili per ogni litro di carburante.

All’elenco delle “precisazioni” pubblicate dalla San Quirico Solar Power se ne aggiunge una che ricorda la presenza di 4 centrali a biomasse nel territorio isolano, tra cui quelle di Macchiareddu, Portovesme e Porto Torres. Territori che, purtroppo, non brillano quando si parla di ambiente e sostenibilità.

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