La Nuova Sardegna

Oristano

La Chiesa prepara il giubileo: nove le Porte Sante per i fedeli

di Mario Girau
La Chiesa prepara il giubileo: nove le Porte Sante per i fedeli

Cinque sono nella diocesi arborense, due a testa in quelle di Alghero-Bosa e Ales-Terralba L’inizio dell’Anno Santo è previsto per l’8 dicembre. Il 13 dicembre aprono le porte le Cattedrali

29 ottobre 2015
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ORISTANO. Saranno nove le porte sante che dal prossimo 13 dicembre si apriranno davanti ai fedeli. Cinque appartengono alla diocesi arborense e sono la Cattedrale di Oristano, Nostra Signora di Bonaccattu a Bonarcado, Nostra Signora del Rimedio a Donigala, Sant’Ignazio a Laconi, San Mauro a Sorgono; due alla diocesi di Alghero-Bosa: la concattedrale sul Temo dedicata a Maria Immacolata e il santuario di San Costantino a Sedilo; due Porte sante si trovano ancora nella diocesi di Ales-Terralba: la primaziale alerese dedicata ai Santi Pietro e Paolo e forse Santa Mariaquas a Sardara.

Mancano oramai quaranta giorni all’inizio dell’Anno santo previsto l’8 dicembre, e al Giubileo Straordinario della Misericordia individuato da Papa Francesco «come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti». Quel giorno tutti i riflettori del mondo cristiano saranno rivolti alla basilica vaticana dove il pontefice aprirà la porta santa. Il 13 dicembre si spalancheranno le Porte della Misericordia in tutte le chiese cattedrali, quindi anche in Sardegna. Nei giorni successivi lo stesso accadrà in altri templi di particolare significato e anche nei santuari che sono, come dice il Papa, «mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione».

Monsignor Ignazio Sanna ha programmato l’apertura ufficiale della porta santa per la seconda domenica di dicembre, terza d’avvento secondo il calendario liturgico. L’arcivescovo sta mettendo a punto l’agenda delle solenni aperture nelle altre chiese, resa più complicata dalla concomitanza con le celebrazioni natalizie. «Ognuno potrà compiere – ha scritto il presule nella sua più recente lettera pastorale “Misericordiando… dall’altare alla strada” – secondo le proprie forze, un pellegrinaggio in uno di questi santuari, sia individualmente, sia in gruppi parrocchiali o foraniali, seguendo uno schema di preghiera, che sarà predisposto dall’Ufficio Liturgico Diocesano».

Sono state invece fissate, invece, con precisione le date dell’apertura delle Porte della Misericordia di Bosa e Sedilo. Nella concattedrale bosana il vescovo Mauro Maria Morfino darà il via al giubileo nel pomeriggio del 13 dicembre. La settimana successiva sarà nel santuario di San Costantino per richiamare i tre segni principali dell’anno della misericordia: la porta santa, l’indulgenza grazie al sacramento della riconciliazione e il pellegrinaggio.

Sicura la data della cerimonia d’apertura fissata per il 13 dicembre nella cattedrale di Ales, resta qualche incertezza ancora sulla promozione di Santa Mariaquas a Sardara come santuario giubilare. La posizione periferica rende problematico assicurare la presenza, a tutte le ore per un anno intero, di un sacerdote per la messa e le confessioni. Una soluzione sarà trovata nei prossimi giorni dalla commissione speciale costituita dal vescovo Giovanni Dettori di cui fanno parte monsignor Petronio Floris, parroco della cattedrale, Elio Tuveri, responsabile per la liturgia, don Salvatore Pinna, responsabile dei pellegrinaggi, e don Nicola Demelas, parroco di Mogoro.

L’arcivescovo indica veri e propri itinerari di misericordia, fondati sul percorso di conversione e sul dovere del perdono e della giustizia, unitamente agli ambiti in cui realizzarli: il cuore, la famiglia, la comunità ecclesiale, i santuari della sofferenza. Particolarmente severo monsignor Sanna è stato con certi luoghi anche ecclesiali dove «si passa il tempo a lavare i panni degli altri e a cercare le pagliuzze negli occhi degli avversari, ignari o consapevoli che la critica e le insinuazioni sono il cancro di ogni convivenza civile ed ecclesiale, e che la chiacchiera è l’arma del diavolo».

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