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Rose per la festa della comunità romena

ORISTANO. Cento rose per festeggiare anche in città il 1° Marzo romeno. Ieri pomeriggio l'Associazione Interculturale Italia – Romania, Cuore romeno Onlus, ha festeggiato il “Martisor” con la...

02 marzo 2016
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ORISTANO. Cento rose per festeggiare anche in città il 1° Marzo romeno. Ieri pomeriggio l'Associazione Interculturale Italia – Romania, Cuore romeno Onlus, ha festeggiato il “Martisor” con la distribuzione gratuita, in piazza Roma, di 100 splendide rose alle donne oristanesi. Assieme ai fiori è stata donata una cartolina esplicativa su questa antica tradizione.

«Tutti gli anni in Romania il primo marzo si festeggia l’antica festa del Martisor (diminutivo di “martie”- marzo e significa piccolo o caro Marzo), la celebrazione dell’arrivo della primavera», spiega in una nota l’associazione, i cui iscritti, romeni da anni residenti e integrati ad Oristano, hanno regalato una rosa “Martisor.”

«Il Martisor è al contempo un portafortuna e il simbolo della primavera – si legge ancora – si confeziona con dei fili bianchi e rossi, di cotone o seta, intrecciati in un cordoncino che si lega a forma di otto (il rosso rappresenta infatti la vita, la primavera, l’amore, la donna; invece il bianco significa la purezza, l’inverno, la saggezza, l’uomo). A questo cordoncino bianco-rosso si appende un ciondolo portafortuna, un amuleto che può assumere le più svariate forme e materiali come, per fare qualche esempio, pietra, ceramica, vetro, oro. Le credenze popolari dicono che colui che indossa il “Martisor” sarà fortunato e in salute per tutto l’anno. Oggi l’usanza consiste nel donare questo ciondolino con il suo fiocco bianco e rosso a tutte le donne come augurio di buona fortuna, amore e di buon inizio di primavera. Chi lo ha ricevuto lo deve portare attaccato al petto vicino al cuore oppure solo il filo legato al polso».

«Solitamente il martisor viene regalato assieme ad un mazzo di bucaneve, questi fiorellini selvatici che sono i primi a sbucare dopo l’inverno. I bucaneve bianchi e delicati sono simbolo di purezza ma anche della vittoria del sole e della primavera, l’uscita dall’inverno».

Una festa garbata e gentile, che ha coinvolto anche le oristanesi, che hanno gradito molto il dono. Una conferma di quanto, a volte, basti un piccolo gesto per favorire i buoni rapporti fra le diverse comunità.

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