La Nuova Sardegna

SORRADILE. A quasi ottant’anni dalla posa della prima pietra il Comune vuole completare e riaprire al culto la chiesa di San Giovanni Battista. L’edificio fu costruito e consacrato nel 1937 per volere del canonico Manca ma i lavori non furono mai portati a termine. Le cose potrebbero cambiare se andrà in porto l’idea dell’ amministrazione locale di costituire un comitato civico-religioso che gestisca una raccolta fondi per coprire le spese degli interventi che ancora mancano per rendere agibile l’edificio rurale arroccato su Monte ‘e cresia, a 600 metri d’altezza. Il gruppo di volontari sarà presieduto dal parroco padre Paolo Contini e sarà aperto a tutti, emigrati compresi. L’opera del comitato non si fermerà una volta raggiunto l’obiettivo ma proseguirà con l’organizzazione dei festeggiamenti religiosi e delle funzioni quando la chiesetta sarà riaperta al culto. «Avvieremo l’iniziativa entro quest’anno», ha annunciato il sindaco Pietro Arca, che con il recupero della chiesa di San Giovanni conta di istituire un itinerario naturalistico-religioso che, partendo dalla chiesetta di Santa Maria (1.100 d.C.), ai confini con il territorio di Ardauli, passa per Monte ‘e cresia e conduce alla chiesa di San Nicola, costruita vicino al lago Omodeo nel XIII secolo, per poi proseguire fino alla parrocchia di San Sebastiano e alla chiesa di epoca bizantina interna al cimitero monumentale di Santa Maria di Salomè. Avendo le finanze giuste a disposizione il Comune farebbe costruire il tetto della chiesa di San Giovanni, farebbe installare gli infissi e un altare e costruirebbe un muristene. (mac)