La Nuova Sardegna

Oristano

Il Consorzio chiede l’istituzione della Zona Franca

Il Consorzio chiede l’istituzione della Zona Franca

Santa Giusta, il cda dell’ente rinnova la vecchia proposta L’area individuata è quella del porto industriale

28 aprile 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SANTA GIUSTA. Eppur si muove. Le critiche lasciano spazio all’azione e il cammino verso la nascita della zona franca per il porto industriale potrebbe essere arrivato ad un passo dalla meta. La chiave di volta sembra essere la recente delibera con la quale la giunta regionale ha riavviato la procedura per l’attivazione delle Zone Franche nei porti dell’isola. La giunta Pigliaru si è impegnata a predisporre un disegno di legge per abrogare le norme contenute nella precedente normativa numero 20 del 2013, che attribuisce alla società Sardegna Free Zone i compiti di gestione delle Zone Franche. Il consiglio di amministrazione del Consorzio Industriale ha infatti stabilito di confermare la proposta già concordata nel 2013 insieme ai Comuni di Oristano e Santa Giusta, assieme alla Provincia e alla Capitaneria di Porto. Tutto questo serve per arrivare all’istituzione di una Zona Franca interclusa nell’area di colmata adiacente il porto di Santa Giusta-Oristano. Quello che per tutti è molto più semplicemente il porto industriale.

La proposta verrà presentata alla Regione dallo stesso Consorzio Industriale, che ha tra i suoi compiti statutari anche quello di gestire le zone franche e i depositi franchi dei porti. L’intento è chiaro ed è quello di creare condizioni più vantaggiose per le imprese che intendono insediarsi nell’area industriale. Inoltre, tenuto conto dell’imminente scadenza del 1° maggio, data entro la quale è fissata l’istituzione di nuove zone franche non intercluse, il consiglio di amministrazione del Consorzio ha pure approvato una seconda delibera che propone la perimetrazione della restante parte dell’agglomerato industriale, ricadente nei territori comunali di Oristano e Santa Giusta, da classificare come zona franca non interclusa, stabilendo di inoltrare la proposta alla Regione nell’eventualità di una proroga del termine già stabilito.

Dopo anni di molte parole alle quali non sono seguiti i fatti, qualcosa di concreto sembra finalmente materializzarsi all’orizzonte. La soluzione, tra le altre cose, sembra assai più praticabile rispetto a quelle che sinora erano state fatte.

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative