La Nuova Sardegna

Oristano

Cavalcaferrovia, lettera a Delrio

di Simonetta Selloni

Per il cantiere di Simaxis l’Associazione ex esposti amianto scrive al ministro

19 novembre 2016
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SIMAXIS. Sale di tono la vicenda legata al cantiere del cavalcaferroria di Simaxis, opera al centro di una disputa tra il committente, Rete Ferroviaria italiana e la ditta appaltatrice, la Cidieffe di Colico. L’Associazione ex esposti amianto infatti, attraverso il suo presidente Giampaolo Lilliu, ha scritto al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, al presidente della commissione Trasporti della Camera Michele Pompeo Meta, a quello della commissione Lavori pubblici del Senato Altero Matteoli. Premesso che il cantiere è fermo dopo che la Cidieffe ha riscontrato e segnalato la presenza di amianto (il 23 giugno scorso), cui è seguita la risoluzione del contratto da parte di Rfi (che addebita ritardi nell’esecuzione all’appaltatore), l’associazione sollecita «Una soluzione definitiva e risolutiva alla vertenza e di promuovere iniziative che facciano chiarezza e piena luce sul ruolo della direzione della Rfi, sull’utilizzo di risorse pubbliche per un opera progettata su un area che già dal 1995 era segnalata come discarica di materiali inerti provenienti da attività di demolizione». La ditta dallo scorso anno aveva riscontrato nel cantiere la presenza di rifiuti di tipologia diversa da quella da scavo. Era seguita una richiesta di variante al progetto, che tenesse conto della crescita abnorme dei rifiuti da conferire e della loro diversa tipologia. Quella variante non è mai stata fatta. Del ritrovamento dell’amianto, la Cidieffe ha informato tutti i soggetti legittimati a intervenire, inviando un esposto anche alla Procura, che ha aperto un’inchiesta. Anche l’Associazione ex esposti ha depositato un esposto alla Procura. Da allora, si è mosso solo il Comune di Simaxis che il 28 settembre scorso ha ingiunto a Rfi la bonifica dei luoghi. Nel cantiere è poi intervenuto il perito del Tribunale di Cagliari che ha accolto la richiesta di accertamento preventivo formulata dalla Cidieffe: per stabilire la natura dei rifiuti, se siano compatibili con il progetto originario, e per redigere lo stato di consistenza dei lavori.

Intanto, dopo mesi di silenzio Rfi interviene per sottolineare come «A seguito della risoluzione contrattuale, Rfi ha chiesto la riconsegna del cantiere che l'impresa si è illegittimamente rifiutata di consegnare. Con l'esito del ricorso proposto dalla Cidieffe davanti al Tribunale di Cagliari per l'accertamento della natura dei rifiuti, Rfi confida di rientrare in possesso dell'area di cantiere e riprendere al più presto i lavori». C’è da precisare che la Cidieffe non ha consegnato il cantiere perchè Rfì non ha redatto lo stato di consistenza dei lavori; atto che il Tribunale ha affidato al perito. E non si capisce perchè a quell’accertamento poi accordato dal Tribunale, Rfi si fosse formalmente opposta, visto che oggi sembra invece confidarvi per rientrare in possesso del cantiere.

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