La Nuova Sardegna

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Eroe in divisa, il lamento poetico di un padre

di Michela Cuccu
Eroe in divisa, il lamento poetico di un padre

SAMUGHEO. «Essendo io poco aggiornato/ qualcuno mi dovrebbe spiegare/ questo enorme danno capitato/ Chiedo se si poteva evitare/ a me un figlio hanno levato/ nessuno me lo potrà ridare/la fiamma...

27 novembre 2016
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SAMUGHEO. «Essendo io poco aggiornato/ qualcuno mi dovrebbe spiegare/ questo enorme danno capitato/ Chiedo se si poteva evitare/ a me un figlio hanno levato/ nessuno me lo potrà ridare/la fiamma brucia quando è vicina/bruciando siamo una novantina». È la strofa di una delle poesie che Antonio Sanna ha scritto per suo figlio Luca, caporal maggiore capo della brigata Julia, ucciso nel 2011 in Afghanistan. Versi contenuti nel volume “Eroi in divisa”, una raccolta di ottave, mille per l’esattezza, che ha voluto dedicare ad altri ottantasei militari italiani accomunati dallo stesso triste destino di Luca. «Ho voluto limitare la raccolta ai caduti in missione dal 2000 al 2012», racconta il meccanico 71enne di Samugheo che con l’aiuto del Generale Claudio Tozzi, fino allo scorso anno comandante del Comando Militare Autonomo della Sardegna, ha rintracciato i familiari dei militari caduti. Successivamente, con l’autorizzazione del Capo di Stato Maggiore, si è messo in contatto con le famiglie «mostrando grande disponibilità, mi hanno inviato la storia dei loro figli, uccisi durante le missioni di pace all’estero». A luglio dello scorso anno, il libro è stato presentato a Montecitorio. «In quell’occasione – racconta il signor Antonio – ho maturato l’idea di estendere il mio lavoro a tutti i militari italiani caduti in missione all’estero. A ciascuno di loro vorrei dedicare una poesia. Se consideriamo come prima missione quella in Libano negli anni Ottanta, ormai i caduti saranno più di trecento e io non ho i mezzi finanziari per realizzare, da solo, quest’impresa». Per pubblicare “Eroi in divisa” Antonio Sanna ha speso di tasca propria. «Ho chiesto la cessione di un quinto della mia pensione di 600euro al mese. Non ho altre entrate su cui contare. L’unica possibilità potrebbe arrivare dalla vendita del primo libro, magari attraverso l’aiuto di qualche ente. Da solo non ce la potrò mai fare». Scrivere, comporre poesie, sono l’unico antidoto al dolore per l’ex meccanico che dal tragico 18 gennaio del 2011, è condannato a ricordare. Alla disperazione per la morte di un figlio non c’è via d’uscita». Già le prime poesie dedicate a Luca, ucciso a 33 anni da un colpo di fucile esploso da un uomo che indossava una divisa militare afghana, poi datosi alla fuga, erano state raccolte in un libro dal titolo “Luca Sanna, un angelo in grigio verde”. «Mio figlio era sposato da quattro mesi», racconta il padre, che spiega come quella non fosse la prima missione all’estero per Luca, considerato dall’esercito “militare esperto”. Ricorda di quando vennero a comunicare della tragedia, del dolore della madre, la signora Rita e dei tre fratelli, Giuseppe, Dario e Patrizia. Aggiunge come sia stata la scrittura l’unico suo sfogo. «In questi anni ho scritto anche un romanzo. Ma vorrei comporre altre trecento poesie, una per ogni militare italiano caduto all’estero».

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