La Nuova Sardegna

Oristano

La limba nel cielo: le costellazioni ribattezzate in sardo

di Maria Antonietta Cossu
La limba nel cielo: le costellazioni ribattezzate in sardo

Sedilo, nel sito Stellarium il lavoro di un giovane informatico. E il Cigno diventa la più poetica “Rughe de Santu Antinu”

24 marzo 2017
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SEDILO. Chi l'avrebbe mai detto che digitando le parole sos Sette Frades o S'Udrone su un portale dedicato sarebbero comparse le costellazioni del Grande Carro e delle Pleiadi?

Nella galassia dei termini scientifici che affollano la letteratura astronomica del web sono comparsi per la prima volta vocaboli e locuzioni in lingua sarda.

L'idioma è ufficialmente entrato a far parte della terminologia della “Sky-culture” grazie a un programma elaborato da un informatico di Sedilo, che ha riprodotto le antiche costellazioni della cultura popolare con la tecnologia digitale e ha curato la parte esplicativa avvalendosi del vernacolo locale.

Il canale divulgativo su cui ha lasciato l'impronta Giuseppe Putzolu, informatico sistemista di 40 anni, è Stellarium, il planetario più utilizzato al mondo. Si tratta di un programma aperto a una comunità eterogenea scienziati, ricercatori e semplici cultori della materia che aggiornano, incrementano e perfezionano i contenuti scientifici.

«Ogni utente può, sulla base di calcoli e dati, disegnare le costellazioni che conosce oltre alle 88 individuate dalla comunità scientifica internazionale – ha spiegato il giovane professionista – e io ho rappresentato quelle della cultura popolare sarda e ho ricevuto la richiesta da uno degli sviluppatori del software di tradurre l'intero programma nella nostra lingua».

Un compito impegnativo e dall'esito non scontato, ma il gusto della sfida unito all'antica passione per nebuolose e supernove hanno preso il sopravvento nell'informatico prestato all'astronomia. «Su Stellarium i programmi sono supportati in 135 lingue diverse – ha spiegato Giuseppe Putzolu – comprese quelle azteca, egizia, maori ed eschimese. Da oggi c'è anche la versione in sardo». Prima di cominciare con le animazioni al computer e con la parte descrittiva l'astronomo autodidatta ha approfondito la sua preparazione consultando la bibliografia sarda. «Mi sono documentato attravereso le ricerche di alcuni studiosi – ha raccontato – le ho rielaborate sulla base delle mie conoscenze e di alcune fonti orali, dopodiché ho iniziato a disegnare. L'ultimo passaggio ha comportato la traduzione dall'inglese al sardo. Ho usato la variante linguistica locale senza ricorrere a forzature ma neanche a una metodologia integralista». Così, digitando sul motore di ricerca del sito www.stellarium.org per “Sa Rughe de Santu Antinu”, espressione altamente evocativa per Sedilo, comparirà la costellazione del Cigno; cliccando sui termini sa Mandra o sos Bacheddos compariranno i raggruppamenti di Auriga e Orione. In sedici anni il software multipiattaforma ideato dal ricercatore francese Fabien Chéreau ha fatto registrare più di 34milioni e 300mila visualizzazioni.

Con le oltre 600mila stelle catalogate rappresenta una sorta di telescopio on line puntato su nebulose e galassie. Che da oggi parlano anche sardo.

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