La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, geometra comunale non pagherà

di Enrico Carta
Bosa, geometra comunale non pagherà

BOSA. Condannato in primo grado, il geometra comunale Luciano Baldino ottiene giustizia in appello. È sempre la Corte dei Conti a giudicarlo, ma la senteza è di segno opposto rispetto alla precedente...

08 agosto 2017
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BOSA. Condannato in primo grado, il geometra comunale Luciano Baldino ottiene giustizia in appello. È sempre la Corte dei Conti a giudicarlo, ma la senteza è di segno opposto rispetto alla precedente che lo riteneva responsabile di un danno alle casse dell’ente di poco meno di 40mila euro. La vicenda riguardava il mancato introito delle somme che dovevano derivare dal pagamento di una serie di espropri legati alle opere del Por 2000-2006 con i lavori alla darsena del fiume Temo.

Secondo i giudici di primo grado che avevano citato anche l’ingegnere Eliano Trucchi quale responsabile del danno erariale salvo poi assolverlo, Luciano Baldino avrebbe dovuto provvedere a riscuotere o a far riscuotere le somme visto il suo ruolo di responsabile pro tempore del servizio urbanistico e grandi opere. Non avendo provveduto a ciò, i giudici l’avevano ritenuto responsabile di quell’ammanco e quindi l’avevano condannato a risarcire di tasca il Comune.

Nulla di tutto questo succederà dal momento che la corte d’appello della Corte dei conti ha ribaltato la sentenza evidenziando in maniera chiara i motivi dell’assoluta non responsabilità da parte del funzionario. Intanto è stato sottolineato il fatto che non rientrasse tra i suoi compiti quello di esigere e quindi depositare nelle casse dell’amministrazione le indennità di esproprio. Sarebbe stato invece un compito della Regione, la quale per di più aveva decurtato i finanziamenti che riguardavano questo aspetto. Non essendoci stati soldi, il danno non si prospetta. Ma i giudici hanno anche rimarcato che i privati avevano addirittura rinunciato a richiedere l’indennità di esproprio che spettava loro.

Per Luciano Baldino, assistito dagli avvocati Marcello Vignolo e Massimo Massa, è arrivata così la sentenza favorevole che ribalta quella di primo grado.

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