La Nuova Sardegna

Oristano

Bonifiche Ferraresi, biologico al 100%

di Simonetta Selloni
Bonifiche Ferraresi, biologico al 100%

Il colosso agricolo che ha acquisito l’ex Società bonifiche sarde ha ottenuto la conversione dei mille ettari del compendio

28 ottobre 2017
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ARBOREA. «Abbiamo sempre ritenuto la Sardegna una delle regioni vocate per sviluppare tutte le filiere di produzione biologiche previste dal nostro piano industriale». Lo aveva detto Federico Vecchioni, amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi, a margine della firma con la quale la società di Jolanda di Savoia, la più grande azienda agricola italiana per superficie agricola utilizzata e quotata nel Mercato telematico italiano, il 10 febbraio scorso ha acquisito la Società Bonifiche sarde, in liquidazione da oltre dieci anni. Un migliaio di ettari ( 573 tra Arborea e Terralba e altri 429 ettari di provenienza Laore) – che portano a 6540 ettari la superficie agricola utilizzata, ora interamente convertiti a biologico.

È il compimento di un percorso che, oltre che essere stato annunciato dallo stesso ad Vecchioni, è coerente con le linee industriali di Bonifiche e ha vissuto un passaggio propedeutico nel mese di agosto, con la firma di un protocollo di intesa con Legambiente. Tra gli obiettivi, puntare sulla conversione al biologico, su un’agricoltura di qualità e su una vasta gamma di prodotti sostenibili e certificati. Una scommessa che parte proprio dall’esperienza sarda, con la conversione dei mille ettari ex Sbs. D’altronde, l’ad Vecchioni, alla fiera di Arborea nello scorso aprile, aveva sottolineato come il piano industriale fosse l’elemento più interessante per gli investitori nell’operazione di acquisizione dell’ex Sbs, vista la focalizzazione sul biologico, settore che cresce a due cifre.

Nei mille ettari che consolidano il patrimonio terriero di Bonifiche Ferraresi e che fanno di Arborea il terzo polo produttivo (dopo Ferrara e Arezzo), le quattro linee produttive previste, cereali minori e sementi, orticole, legumi, officinali, potranno ora avere l’ulteriore marchio del biologico. La scelta di legarsi con Legambiente indica una connotazione ancora più forte della direzione in cui si muove Bonifiche. «La partnership si fonda sul comune principio che il valore della sostenibilità nelle attività economica, partendo dall’agricoltura, debba essere declinato nel responsabile utilizzo delle risorse naturali» ha detto Vecchioni. I prodotti realizzati da Bonifiche Ferraresi avranno il marchio Legambiente, un valore aggiunto sui prodotti immessi nei mercati e una ulteriore garanzia per i consumatori. Bonifiche Ferraresi stringerà rapporti commerciali con la grande distribuzione anche in Germania, Austria, Svizzera e Francia, paesi i cui consumatori hanno mostrato di puntare sul biologico. Intanto, nei giorni scorsi, i vertici del gruppo Cremonini (colosso delle carni tra i soci di Bonifiche Ferraresi), ha fatto visita al compendio di Arborea.

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