La Nuova Sardegna

Oristano

IL MESSAGGIO DEI DICIOTTENNI 

Ghilarza, i ragazzi del ’99 creano la panchina rossa

di Maria Antonietta Cossu
Ghilarza, i ragazzi del ’99 creano la panchina rossa

GHILARZA. Questa volta l’esempio arriva dai giovani che, nel giorno dedicato alle vittime di abusi e violenze, hanno preso le distanze dagli uomini che odiano le donne dando lezione di educazione al...

27 novembre 2017
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GHILARZA. Questa volta l’esempio arriva dai giovani che, nel giorno dedicato alle vittime di abusi e violenze, hanno preso le distanze dagli uomini che odiano le donne dando lezione di educazione al rispetto. I diciottenni di Ghilarza si sono uniti al coro di condanna contro la violenza di genere esternando il loro sentire attraverso una citazione di Benedetto Croce riportata su una panchina tinta di rosso. «La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla» è la frase che la Leva del ’99 ha scelto perché chiunque la leggesse conoscesse il suo punto di vista.

È bastato poco per lanciare il messaggio: una vecchia panchina recuperata dal magazzino del Comune, due barattoli di vernice, qualche palloncino e dei nastri rossi da legare agli alberi che separano piazza Kennedy da corso Umberto. Non a caso uno dei punti di snodo del traffico urbano e delle passeggiate dei ghilarzesi, dunque il luogo ideale in cui offrire simbolicamente lo spunto a una riflessione sulla piaga sociale di questi anni e al contempo lasciare un segno dell’impegno civile dei ragazzi. Impegno apprezzato ma ancor prima stimolato dagli adulti. «Arrivare al traguardo dei diciott’anni significa anche entrare da adulti nella comunità e questo passaggio comporta la presa di coscienza del fatto che ciascuno deve dare, come può, un contributo alla società. Questa è la promessa che ci siamo fatti e i ragazzi del ’99 la stanno mantenendo in pieno – ha detto la vicesindaca Paola Piras –. Il 25 novembre è una giornata importante dal punto di vista della sensibilizzazione e loro hanno deciso di contribuire con un segno per far sì che i ghilarzesi e chiunque si trovasse a passare in paese si fermasse accanto alla panchina per riflettere».

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