La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, pagati per andar via dal camping occupato abusivamente

di Enrico Carta
Oristano, pagati per andar via dal camping occupato abusivamente

Il Comune dà 10mila euro a due delle famiglie che lo occupavano da quasi un anno

26 maggio 2018
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ORISTANO. Diecimila euro a famiglia per andar via dal campeggio di Torregrande e, pare, con l’invito a trovare una sistemazione al di fuori del territorio comunale. Il Comune ha aperto il portafogli e pagato di tasca lo sgombero dei bungalow che erano stati occupati abusivamente da due dei cinque nuclei familiari. Da quasi un anno risiedono senza permesso nell’area che dovrebbe anche essere data a breve in gestione in vista della stagione estiva. Da quasi un anno si fanno beffe anche delle ordinanze di sgombero che, a questo punto, sono rimaste lettera morta. Come se non fossero mai state decise.

Prima di occuparsi della sistemazione dei turisti negli ampi spazi del camping, il Comune doveva quindi risolvere – l’ha fatto solo in parte perché ieri mattina ancora nel camping si notava molto fermento – il problema delle famiglie senza una casa che alloggiavano senza permesso negli immobili del campeggio. Due determine, firmate da due diversi dirigenti su indicazione della giunta, hanno stabilito che a ciascuna famiglia venisse pagata la cifra indicata.

L’idea del Comune sembra essere quella di garantire qualche mese di tranquillità in vista di una sistemazione definitiva dei nuclei familiari. Che sia una buona idea e che quella di pagare lo sgombero sia il modo giusto per applicarla è tutto da vedere, tanto che i dubbi hanno già attraversato i pensieri di qualche componente dell’opposizione.

In realtà le determine non sono molto esplicite e parlano genericamente di «prevenzione di situazioni di pregiudizio abitativo», il tutto aggravato dalla presenza di minorenni. La storia è dunque complessa e sarà affrontata durante la seduta della commissione consiliare ai Servizi Sociali, convocata per giovedì prossimo dal presidente Antonio Iatalese. All’ordine del giorno è stato inserito anche questo argomento su richiesta del consigliere dell’Udc, Peppi Puddu. «Al momento non è chiaro l’esatto motivo di tale elargizione di denaro né a chi siano finiti quei soldi. Serve che la commissione si riunisca per fare chiarezza», dice Peppi Puddu. Certi sono al contrario i preamboli che hanno portato sino a questo punto e altrettanto certo è che l’argomento solleverà qualche o più di qualche polemica non solo politica.

«Si apre un precedente di un certo tipo – dice l’ex assessore ai Servizi Sociali, Maria Obinu –. Durante la mia gestione, mai il Comune ha utilizzato soldi propri per affrontare situazioni del genere e mai si sono raggiunte cifre simili». La prassi voleva che i soldi arrivassero tramite il Plus e il tetto massimo disponibile era di 1.500 euro a famiglia, giusto il tempo di dare al Comune la possibilità di trovare un’alternativa. In più i soldi non venivano direttamente assegnati alle famiglie in cerca di casa, bensì ai proprietari degli immobili in cui le famiglie venivano inviate per pagare così l’affitto. Alla base di tutto c’era la graduatoria comunale che ovviamente stabiliva chi aveva diritto alle case popolari secondo il reddito e altri requisiti.

In questo caso però a occupare il camping e, di riflesso, a ricevere i soldi per lo sgombero sono famiglie non in graduatoria e che non avevano diritto alla casa popolare. In più, c’è la questione del mancato rispetto dell’ordinanza di sgombero che il Comune aveva reiterato due volte senza che sortisse alcun effetto perché lo stesso Comune non era stato in grado di farla rispettare. E allora ha scelto di tirare fuori i soldi.

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