La Nuova Sardegna

Oristano

Dal giro di prostituzione una maxi evasione fiscale

di Enrico Carta
Dal giro di prostituzione una maxi evasione fiscale

Indagine anche sugli immobili del proprietario delle sette case sotto sequestro Il pensionato ne avrebbe una ventina: ricavi in nero per 168mila euro all’anno

12 giugno 2018
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ORISTANO. La reception era in via Aristana; le camere erano sparse un po’ qua e un po’ là tra via Vinea Regum e via Lanusei; il titolare era sempre rintracciabile al telefono e poteva contare anche sull’immancabile aiuto di un fattorino. Così funzionava l’ Albergo Diffuso – questo è anche il nome dato all’indagine – a luci rosse chiuso dal 7 giugno in seguito al provvedimento adottato dal giudice per le indagini preliminari. Questo accoglie la richiesta della procura che ha coordinato l’indagine dei carabinieri del reparto operativo del comando provinciale, guidati dal maggiore Mariano Lai. Per un anno sono stati appresso agli strani movimenti notturni, alla fine, raccolte le prove sono intervenuti con la richiesta, poi autorizzata, di sequestro preventivo dei sette appartamenti dove le squillo non ricevono più i loro clienti.

Sei indagati. Gli indagati sono sei. Oltre al proprietario degli appartamenti, l’agente di polizia penitenziaria in pensione Giovannino Sanna, ci sono i suoi due figli, due signore sudamericane dai facili costumi che erano coloro alle quali era intestato l’affitto delle varie case d’appuntamento e il fattorino che si occupava di manutenzioni, assistenza alle ospiti, trasporti e quando di più utile ci potesse essere per evitare intoppi alla frenetica attività che non conosceva orari. Per capire quando si poteva aver accesso alle prestazioni delle ragazze, si faceva ricorso al più classico dei metodi: luce accesa o spenta per indicare se la stanza fosse occupata o meno.

L’organizzazione. La piccola impresa a conduzione familiare aveva dei metodi di gestione semplice. C’è il capostipite che avrebbe organizzato tutto per poi girare parte degli introiti ai due figli e dare uno stipendietto al fattorino. Per riuscire a generare profitti si avvaleva della collaborazione di due signore straniere. Erano loro le intestatarie dell’affitto che generava altri affitti. A queste erano regolarmente intestati i contratti, le abitazioni venivano poi psubaffittate ad altre ragazze. Mai le stesse, perché altrimenti il cliente si sarebbe potuto annoiare. Così, settimanalmente arrivavano in treno le altre ragazze e i transessuali a luci rosse che pagavano l’obolo per occupare le segrete stanze di via Vinea Regum e via Lanusei. Se esercitare la prostituzione non è reato, agevolarla invece lo è: così ai sei indagati sono contestati oltre l’aver messo a disposizione le case, anche il favoreggiamento o lo sfruttamento dell’attività di prostituzione.

Il patrimonio inatteso. La vera novità è però la scoperta di un tesoretto finito nelle tasche di Giovannino Sanna che, dall’alto dei suoi 82 anni e della pensione statale che da parecchio prende, può contare sul possesso di una ventina di immobili. Come ce l’abbia fatta è un mistero che la procura, affidandosi sempre ai carabinieri, sta provando a risolvere anche con l’intervento dell’Agenzia delle Entrate. Al momento il procuratore Ezio Domenico Basso, i colonnelli Luciano Paganuzzi e David Egidi e il maggiore Mariano Lai, restano vaghi. Attendono di avere le carte in mano, ma all’orizzonte si prospetta una colossale evasione fiscale. Secondo le prime stime, nelle tasche del proprietario della casa, entravano settimanalmente tra i 500 e i 700 euro. Nel peggiore dei casi, moltiplicando la somma per i sette appartamenti e per dodici mesi all’anno, fanno 168mila euro. In nero e per di più frutto di una presunta attività illecita. Da quanto durava? È una domanda a cui i carabinieri del reparto operativo provano a dare risposta. Le indagini, nate da una segnalazione anonima, che hanno sin qui richiesto un anno di lavoro discreto e costante virano ora su questa seconda ipotesi di reato, quella della maxi evasione fiscale che spiegherebbe anche tante cose sul patrimonio immobiliare di un pensionato statale.

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